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BENVENUTO
Identità marchigiana, valorizzazione dell’entroterra e difesa dell’ambiente: sono queste le direttrici che i Gre delle Marche indicano come prioritarie per un lavoro che arresti la deriva della politica e delle istituzioni.
FORMAZIONE
I Gruppi di Ricerca Ecologica offrono formazione specializzata sia a distanza, sia in presenza di Tutor. Si raccolgono adesioni per la formazione di un Corpo di Guardie Volontarie ambientali.
RISORSE UTILI
In questa sezione ti suggeriamo alcuni links utili per completare le tue ricerche online sui temi che riguardano I Gre delle Marche
 
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 15/03/2010 @ 00:22:51, in News, linkato 1634 volte)

 

La coerenza ha il suo prezzo. Questa associazione ha adottato questo slogan ed a questo intende attenersi.
Alle elezioni del 28 e 29 marzo, nelle Marche, un rappresentante – sicuramente autorevole – de I Gre dele Marche ha accettato la candidatura.  Come nella sua campagna elettorale I Gre delle Marche non sono mai stati menzionati, così - in questa sede - non citeremo il nome e tanto meno la carica o la circoscrizione in cui egli è candidato.
Tutto ciò, ovviamente, non perché reputiamo una delle due cose disdicevoli o  in grado di portare nocumento all'altra ma, al contrario, perché è nostro costume evitare speculazioni di infimo livello "sfruttando" impropriamente il lavoro – ad esempio – degli associati ai Gre per scopi diversi da quelli per cui essi prestano la loro opera volontariamente.
L'ecologismo non è una visione che possa essere ridotta politicamente all'interno di uno schieramento, men che meno di un partito che è - per definizione - una parte e di parte, ma è una forma di buona educazione all'impiego delle risorse del Pianeta.
Così come non esiste - tanto per fare un esempio - un partito dei beneducati a tavola né di coloro che evitano di disturbare al cinema o di chissà quale altra forma di rispetto delle buone maniere, pensiamo non debbano esistere partiti che utilizzano il vessillo ecologista per portare i temi proprii dell'ecologismo da una parte all'altra degli schieramenti politici.
Negli anni passati abbiamo assistito ad una vera e propria fierà delle vanità ecologiste. Verità assolute sbandierate ai quattro venti che poi si sono rivelate, spesso, inesatte e – talvolta – frutto di menzogne artatamente orchestrate.
Non sappiamo se sia corretto essere professionisti della politica ma di certo neghiamo la validità del professionismo ecologista, fatta eccezione - s'intende - per i tecnici che operano nel settore specifico.
Tutta la politica dovrebbe essere improntata al rispetto delle più elementari norme di pulizia e, se così non accade, è per via della cattiva politica, che è tale perché pessimi sono gli input che partono da coloro che la esercitano - e non ci riferiamo tanto ai cosiddetti politici quanto agli attori principali della prassi democratica, i quali spesso concedono il loro consenso sulla base di presupposti ideologici quando, addirittura, non ispirati da interessi personali, dimostrandosi quindi peggiori di coloro che di tale consenso saranno oggetto.
C'è bisogno di associazioni e centri studi che elaborino programmi ecologicamente compatibili e mettano in rete le informazioni e le notizie, creando quel circolo virtuoso in grado di generare scelte più propriamente politiche senza inquinare - è il caso di dirlo - la ricerca con gli interessi che fatalmente ruotano attorno alla politica.
Non è un obiettivo facile da raggiungere, ma evitare la commistione sin dall'inizio è cosa – se non sufficiente – sicuramente necessaria.
Anche quando ci è stata sollecitata la collaborazione per elaborare proposte politiche, lo abbiamo fatto di buon grado e senza secondi fini.
Così intendiamo continuare a fare, a dispetto di coloro che, invece, si fregiano di etichette ecologiste per ricavarne consenso elettorale per poi conferirlo a sostegno di piani regolatori che gridano vendetta, di interventi di risanamento delle aree urbane degradate che lasciano sbigottiti, di insediamentI industriali e commerciali che negano nella sostanza gli impegni formali assunti in campagna elettorale.
L'attività politica è uno strumento e si può decidere di tentare di usarlo per dare ulteriore forza ai temi che ci stanno a cuore. Rammarica invece constatare quanto troppo spesso esso rappresenti lo scopo al quale vengono asserviti l'impegno e la passione di volontari in buona fede.
Con la speranza che i primi segnali di avvertimento che l'elettorato ha già provveduto ad inviare ai legittimi destinatari, penalizzandoli elettoralmente, arrivino a destinazione, invitiamo gli elettori a scegliere valutando la persona, i suoi trascorsi, il suo presente, senza seguire – come falene – spie luminose artatamente accese al solo fine di consolidare dubbie politiche elettoralistiche.
 
Buon voto a tutti
 
I Gre delle Marche
 
Di Admin (del 04/03/2010 @ 20:25:45, in News, linkato 1489 volte)

di Massimo G. Conte

Tutte le forze politiche che partecipano alla competizione elettorale hanno cura, per prima cosa, di presentare il cosiddetto programma. 
Pur rispettando tutti ed i programmi di tutti è noto che la percezione presso i Cittadini sia quella che si ha di fronte ad ogni “dejà vu” . 
Spesso i programmi risultano intercambiabili occupandosi comunque dei temi che stanno più a cuore: Salute, Lavoro, Famiglia, Sicurezza … nell’ordine che ogni forza politica o situazione contingente dovesse consigliare.
Molto meglio  illustrare i progetti. 
Non è solo una differenziazione semantica. È noto a tutti come vi sia differenza tra un Programma (enunciazione di buoni propositi) ed un progetto. Questo deve possedere le note caratteristiche e di fattibilità 

 Il tema è quello del deficit energetico e degli eccessivi costi per approvigionarsene. Per i Comuni, ancor più se piccoli, non è agevole parlare di produzione e, soprattutto, per tutti dovrebbe valere la aurea regola per cui: ogni watt risparmiato è un watt prodotto. Pertanto sarebbe bene concentrarsi sul risparmio energetico. Pensiamo sia alle misure “domestiche” ovvero: i gradi di riscaldamento degli uffici pubblici comunali ma anche a quelle occasioni date dalla collaborazione con le società, cosiddette, “Esco” acronimo di Energy Saving Company.
Ridurre i consumi significa risparmiare ma anche inquinare meno. Si fanno più investimenti per ridurre l’inquinamento e si snobbano quelle strade che porterebbero risparmio economico, vantaggio finanziario, e ambiente più pulito. Dovremmo dedurre che la propensione alla spesa costituisca l’interesse maggiore? Speriamo di no, intanto noi pensiamo di seguire quest’altra strada. 

 

di Carlo Lottieri

 
La prossima sarà una domenica inutile: anzi, peggio che inutile. Costretti a lasciare l’automobile in garage per l’intera giornata a seguito di un’iniziativa demagogica assunta dai sindaci delle maggiori città del Nord, milioni di concittadini subiranno in silenzio questo ennesimo sopruso, che per varie ragioni appare insensato.
 
Il sindaco milanese Letizia Moratti e quello torinese Sergio Chiamparino, promotori di questa giornata "ambientalista" hanno provato a giustificare la decisione sostenendo che fermare gli automezzi sarebbe importante per salvaguardare l’aria e rispondere a una situazione intollerabile (sia a Milano che a Torino i limiti di legge riguardanti il PM 10 sono stati superati più di trenta volte dall’inizio dell’anno). Ma lo stesso primo cittadino del capoluogo piemontese ha poi dichiarato, senza giri di parole: “Il blocco del traffico non è una misura che strutturalmente può contrastare l’inquinamento, ma è importante farlo in modo coordinato su una vasta area”. Non serve, ma va bene lo stesso.
Stupisce tanta leggerezza, anche se il comportamento degli amministratori è in parte comprensibile alla luce del fatto che essi sono “sotto ricatto”: da anni l’Italia ha adottato limiti rigidissimi, che è impossibile rispettare, e in questa situazione i sindaci rischiano ogni giorno di finire sul registro degli indagati. Come infatti è accaduto poche settimane fa e come potrebbe succedere di nuovo. Oggi si bloccano le automobili, insomma, nella speranza che questo serva, domani, a bloccare le inchieste.
 
È triste però che di queste cose non si discuta e che nessuno si domandi se i limiti (ben più ampi) adottati da altre legislazioni europee mettano a rischio la salute o, più semplicemente, non rappresentino una soluzione più equilibrata a un problema – quello dell’inquinamento – che in realtà è in via di risoluzione grazie allo sviluppo di tecnologie meno inquinamenti e alla trasformazione della nostra economia da prevalentemente industriale a largamente terziarizzata.
 
Negli ultimi cinquant’anni a Parigi la concentrazione di “fumo nero” nei mesi più freddi, ad esempio, si è ridotta dell’80%: oggi, insomma, è solo un quinto di quanto non fosse negli anni Sessanta. Una stessa trasformazione si è avuta da noi e chi ricorda lo smog milanese dei decenni scorsi lo sa bene. Come ha sottolineato un paio di anni fa Francesco Ramella, “nel corso degli ultimi quindici anni la concentrazione nell’aria di tutti i maggiori inquinanti nel capoluogo lombardo si è drasticamente ridotta: il biossido di zolfo è passato da 38 a 5 μg/m3 (-87%); il biossido di azoto è diminuito da 115 a 60 μg/m3 (-48%); l’ossido di carbonio è stato abbattuto da 3,9 a 1,3 μg/m3 (-67%) le polveri totali sospese sono state ridotte da 140 a 59 μg/m3 (-58%)”.
C’è un’altra considerazione da farsi. Il blocco del traffico è una grave lesione a un diritto fondamentale, quello di muoversi. Sorprende leggere che, di fronte alla diffusa consapevolezza dell’inutilità dello stop che avrà luogo domenica prossima, molti già sostengano che la cosa vada ripetuta nei giorni feriali. La sensazione, ma non si tratta solo di una sensazione, è che agli occhi dei politici le nostre libertà non siano nulla e che di noi si possa fare quello che si vuole.
Solo stupidità? Non è così.
 
Da un certo punto di vista, è facile riconoscere quale sia il vero significato di una decisione altrimenti ingiustificata. Per cogliere dove voglia davvero condurre tale iniziativa basta leggere la conclusione del documento con cui Legambiente ha dato il proprio sostegno all’iniziativa di Moratti e Chiamparino: “sappiamo che non basta fermare le auto un solo giorno all’anno, ma l’adesione alla giornata di decine di sindaci di città importanti, affiancati dai sindaci di città più piccole che prendono contemporaneamente simili decisioni, ha certamente una grande importanza, simbolica ed educativa”.
 
Ecco, l’ultimo aggettivo è fondamentale: lorsignori ci vogliono “educare”. Sindaci, ambientalisti, presidenti di Regione e funzionari delle varie agenzie pubbliche preposte a vigilare sull’aria non intendono limitarsi a svolgere il loro lavoro, ma puntano a dirci cosa si deve fare, e cosa non si deve fare. E in qualche caso vogliono che noi si sia partecipi di quella medesima angoscia che avvertono di fronte alla notizia che in Kenya va calando il numero degli elefanti o che la temperatura globale – anche se soltanto nei dati truffaldini dell’Ipcc – va crescendo.
Non dobbiamo sorprenderci di questo, poiché da anni quanti frequentano i primi anni della scuola dell’obbligo sono educati al culto della Madre Terra, condotti nei giardini pubblici a piantare alberelli, stimolati in tutti i modi a buttare il vetro nelle campane della raccolta differenziata. La fabbrica del buon cittadino ecologista lavora a pieno regime.
 
D’altra parte, nessun potere vive senza un’ideologia che lo sorregga, perché è difficile dominare l’uomo usando sempre e solo la forza. Ma è assai più agevole governare se lo si fa in nome di qualche “divinità” (più o meno dichiaratamente tale) e, per giunta, avendo a cuore il benessere di tutti: panda inclusi. Se non si parte da qui è difficile comprendere questa insulsa domenica senza macchine, in cui il ceto politico cerca di trovare una qualche ragione di autolegittimazione appellandosi a un confuso intruglio ideologico in stile New Age.
Alla fine, come spesso capita, tutto si risolverà comunque in una rapina. In fondo, anche gli incentivi con cui finanziamo la grande industria vengono solitamente giustificati con argomenti “ecologici”. E così oggi il movimento dei sindaci padani vuole che – finiti gli scherzi di un carnevale tardivo rispetto al calendario – dalle chiacchiere si passi ai fatti: e già si annunciano richieste di ulteriori imposte che penalizzino l’automobile. I molti miliardi di euro che ogni anno sono sottratti ai titolari di autovetture, evidentemente, non bastano.
Ma lamentarsi sarebbe ingiusto: in fondo, tutto questo è fatto per il nostro bene.
 
Da Il Giornale, 21 febbraio 2010
 
Di Admin (del 14/02/2010 @ 20:07:35, in News, linkato 1861 volte)
Al diffuso allarme lanciato da coloro che sulla teoria del global warming fondano un’approssimativa spiegazione di ciò che avviene ed avverrà diffondendo simultaneamente aspettative antropocentriche su un ipotetico controllo del clima, sarebbe facile, ma riduttivo, contrapporre con scherno affermazioni nel segno del global cooling.

Sono infatti le tesi del riscaldamento oggi destituite di ogni credibilità, vivendo ormai da mesi l’Europa geografica e l’Emisfero nord del Continente americano una situazione di accentuato raffreddamento stagionale a cui ha fatto seguito la confutazione nei fatti degli annunci di scioglimento dei ghiacciai della calotta polare artica, estesa poi a quelli asiatici dell’Himalaja.

Tali smentite, avvenute nel corso o in prossimità della Conferenza di Copenhagen da parte dello stesso IPCC, hanno dunque, con qualche imbarazzato chiarimento, raffreddato i toni dei più catastrofici climatologi.

Sempre da Copenhagen, o meglio dal cosiddetto climate gate, sono poi venute quelle evidenti prove che hanno reso chiaro a tutto il mondo che gli scienziati dell’Università Britannica dell’East Anglia avevano manipolato i dati sulle variazioni della temperatura terrestre per rafforzare la tesi del forte riscaldamento del nostro pianeta - studiosi, questi dell’East Anglia, tutti rei confessi di un gruppo di ricerca finanziato dall’ONU (IPCC) -, fornendo così all’Herald Tribune del 14 dicembre 2009 l’occasione per rendere pubblica una documentazione impressionante di frodi nello sviluppo dell’energia rinnovabile eolica, in buona parte dell’Europa, compresa l’Italia. A tutto ciò si aggiunga poi che il 20 dicembre, sempre del 2009, il Daily Telegraph ha presentato uno sconcertante rapporto sui conflitti d’interesse del dottor Rajendra Pachauri, lo stesso che aveva definito le obiezioni degli scienziati al global warming “frutto di una scienza voodoo”, evidenziando come questo non solo sia Presidente della Commissione IPCC, ma che anche si presti quale consulente per numerose organizzazioni pubbliche e imprese industriali impegnate nella promozione delle energie rinnovabili, o per meglio dire della cosiddetta industria del clima. Sono così emersi interessi di banche e fondi di investimento che soltanto in India valgono oltre trenta miliardi di Euro e che dipendono dalle scelte e dalle decisioni della Commissione dell’ONU presieduta dallo stesso Pachauri.
Pertanto più che una questione climatica è una questione di mercati contesi in cui di recente pare essersi immesso un free rider.

Su questo treno in corsa è infatti salito, senza pagare il biglietto, lo sceicco del terrore, che con un’abile mossa mediatica ha lanciato un seducente appello per tutti quei fondamentalisti verdi che odiano l’occidente, aprendo così i suoi ranghi anche ai laici miscredenti.
È infatti certamente non religiosa la ricetta proposta da Osama Bin Laden per far fronte ai cambiamenti climatici indotti dall’industria occidentale, in quanto viene proposta un’economia che si discosti il più possibile da quella basata sul dollaro.
Avvertendo la difficoltà di condurre con profitto la sua guerra, Al Qaeda decide dunque, con tale messaggio, di rafforzare la sua ideologia e al contempo di aprire un nuovo fronte bellico, quello economico.

In tale contesto diviene di grande attualità ricordare l’analisi ideologico-politica svolta dal Presidente della Repubblica Ceca Vaclav Klaus nel suo saggio “Pianeta blu, non verde”, in cui si evidenzia come il problema più che ambientale o climatico sia incentrato sulle libertà che vengono erose da pretese fondate su false ideologie.
È infatti evidente come dall’attacco che l’Occidente sta subendo ci si voglia difendere rafforzando le proprie risorse economiche e proteggendo i propri mercati a discapito tuttavia degli interessi dei cittadini.

Di tutta questa pagina squalificante, di tutta questa vicenda francamente impressionante, per leggerezza e per affarismo annesso, si possono infatti cogliere i caratteri nuovi e allarmanti delle motivazioni di una fiscalità utilizzata per imporre al contribuente nuove tasse e nuove imposte fondate sul grande peccato e il male originato su ciascuno di noi dal rimorso dovuto ai propri comportamenti di vita, di esistenza e di consumi.

Attraverso gli scritti di Ronald Dworkin pubblicati dall’Harvard University Press, che riprendono la linea di pensiero di Pigou, si cerca dunque di introdurre un’ideologia che sorregge ogni correttivo alle esternalità negative prodotte. Si ritiene così che ogni attività capace di produrre degli effetti sui terzi o meglio sui beni collettivi, deve essere accompagnata da una di segno opposto, ovverosia di natura compensativa.

Con ciò si cerca pertanto di legittimare tutte quelle nuove imposte ambientali che difficilmente si armonizzerebbero con un sistema tributario incentrato sul principio di capacità contributiva.
È infatti in questo momento il settore energetico-climatico unanimemente inteso dagli ordinamenti come una zona su cui esercitare una creatività fiscale e al contempo degno di canali di investimento privilegiati, sempre da un punto di vista fiscale, senza troppo preoccuparsi se queste tecnologie verdi siano effettivamente un buon affare e se siano questi i tempi migliori per schierarsi così drasticamente rispetto ad un solo settore economico senza considerare il momento di generale e grave crisi dell’intero sistema economico.
 
Così facendo si è dunque inventata una green industry fatta, per il momento, di reti intelligenti (smart grid), di surplus CO2 captato con flotte navali negli oceani, stoccato nelle miniere abbandonate, e con una moltiplicazione ossessiva di professioni collegate alle energie rinnovabili, agli esperti, ai verificatori, ai bollini professionali, a persone addette ai controlli immaginate a milioni e milioni di unità quando, al momento, appaiono solo fiorenti clientele di piccoli numeri e di tecnologie ancora sperimentali, che dovrebbero prendere il luogo e il posto, nell’occupazione e nella produzione, delle industrie metalmeccaniche, delle industrie siderurgiche, delle industrie carbonifere, delle industrie dell’edilizia e delle industrie automobilistiche ecc. Scopo di questo intervento è dunque quello di far gettare la maschera a quei presunti innocenti fautori del problema climatico che soprattutto a livello europeo pare - con la nomina dell’ultima ora, per la prima volta nella storia della Commissione Esecutiva dell’Unione Europea, di un nuovo Portafoglio, Climate Action, affidato alla Commissaria danese Connie Hedegaard - siano decisi ad avanzare ad occhi chiusi verso un secondo smacco, generando una gigantesca spesa per piegare il clima secondo le proprie interpretazioni, assolutamente opinabili, anzi, probabilmente infondate.
 
 
 
Di Admin (del 08/02/2010 @ 16:57:08, in News, linkato 5425 volte)

 

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Di Admin (del 08/02/2010 @ 16:45:47, in News, linkato 1378 volte)

Grazie al World-Wide Opportunities on Organic Farms è possibile girare il mondo gratis organizzando ecoviaggi in aziende biologiche che offrono lavoro in cambio di alloggio. Le uniche cose necessarie: voglia di lavorare, spirito di adattamento e amore per la terra. Grazie all’organizzazione, nata per creare interesse verso uno stile di vita biologico e biodinamico, le fattorie biologiche entrano in contatto con i nuovi eco-viaggiatori. Per info http://www.wwoof.it
 

 
Di Admin (del 08/02/2010 @ 16:38:58, in News, linkato 1361 volte)

Nel panorama italiano fa capolino un nuovo portale dell’ecosostenibile: www.ecocentrico.it. Come ci spiegano dalla redazione Ecocentrico è: uno spazio in cui far conoscere e crescere la cultura ecocentrica, portatrice di una  nuova idea di sostenibilità; una directory dove trovare produttori, rivenditori, installatori, certificatori energetici, professionisti o studi professionali, enti o associazioni specializzati nei prodotti e servizi per lo sviluppo sostenibile; il punto di aggregazione di tutti gli ecocentrici. “ll progetto di Ecocentrico - spiega Gabriele Ferreri, uno dei responsabili del progetto - è frutto del lavoro di tre diverse professionalità e si sviluppa con lo scopo di affiancare a parole quali ‘sviluppo sostenibile’ e ‘responsabilità sociale d’impresa’ altri concetti fondamentali: da una parte il comportamento morale, fondato sulla capacità di uomo ed ecosistema di vivere in equilibrio; dall’altra il comportamento responsabile, che induca gli individui e le aziende a sviluppare prassi etiche in tutti gli aspetti del quotidiano”. Per info: Torino - Via Carso, 18/Q, telefono 011 332 36 89. email hello@ecocentrico.it
 


 

 
Di Admin (del 08/02/2010 @ 16:34:46, in News, linkato 1425 volte)

Una recente ricerca del Isr University of Coimbra in Portogallo dice che il 40% dell'energia Europea la si consuma nell'ambiente familiare e inoltre che il 10% di questa viene erogata per sopperire alla richiesta degli stand by. Hi fi, dvd, televisori, ruter, decoder continuano a bruciare corrente anche se spenti. Uno spreco inutile che fa male all'ambiente e alle tasche dei cittadini. Per saperne di più http://www.ecocentrico.it/feeds/archive

 
Di Admin (del 02/02/2010 @ 19:37:34, in News, linkato 1142 volte)

L’ Agenzia delle Entrate, rispondendo a un interpello presentato dalla Regione Piemonte, ha stabilito che la detrazione del 55% relativa alle spese sostenute per la riqualificazione energetica non è cumulabile con eventuali incentivi riconosciuti, per gli stessi interventi, dalla Comunità europea, dalle Regioni o dagli Enti locali. Pertanto, il contribuente che a partire dal 1° gennaio 2009 sostiene queste spese, deve scegliere se beneficiare della detrazione fiscale o fruire di eventuali altri contributi riconosciuti da altri Enti.

 

Fonte: Cosnil

 
Venerdì 29 gennaio 2010, h.17.00,  Marina di Montemarciano presso il Centro sociale via Roma:
 
AREA AD ALTO RISCHIO 10 ANNI DOPO: CIO' CHE E' STATO FATTO, QUELLO CHE C'E' DA FARE! CONFERENZA/DIBATTITO: 2000 - 2010 DIECI ANNI DI AERCA
Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale Ancona - Falconara - Bassa Valle dell'Esino
 
La Conferenza in oggetto è organizzata dal COORDINAMENTO MOVIMENTI CIVICI dell'AERCA: Lista Civile Cittadini in Comune Falconara M. - Lista Civica Ancona a 5 Stelle - Lista Becci Democratici per Montemarciano - Versus Complanare  Senigallia
 
Interverranno:
Bernardo Becci e Loris Calcina - Coord. Movimenti Civici AERCA
Arch. Isarema Cioni - Responsabile AERCA Regione Marche
Dott. Gisberto Paoloni - Direttore Generale ARPAM Regione Marche
Prof. Carlo Carboni - Univ.Politecnica delle Marche
 
La Conferenza è finalizzata a fare il punto sullo stato di attuazione del Piano di Risanamento dell'Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell'Esino.
I Responsabili degli uffici regionali preposti tracceranno le linee di tendenza evolutive delle condizioni di criticità ambientali del territorio.
Seguirà un DIBATTITO PUBBLICO per discutere sulle future prospettive di intervento utili e necessarie a riqualificare un'area sottoposta da tempo ad un eccessivo stress ambientale.
Stress ambientale che pregiudica sia la salute e la qualità della vita della popolazione, sia le potenzialità di rigenerazione economico-produttiva proprie dell'area.
 
 
Segnalo anche un'altra importante iniziativa:
IL "COMITATO VERSUS COMPLANARE  .e non solo"  di Senigallia ORGANIZZA PER IL GIORNO 27 GENNAIO, ORE 16,30 PRESSO L' AUDITORIUM SAN ROCCO di SENIGALLIA UN INCONTRO SUL TEMA "STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO L'ESPERIENZA DI UN COMUNE VIRTUOSO. Quando l' amministrare è virtuoso nei fatti e non negli slogans"
RELATORE DOMENICO FINIGUERRA
Sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI) Per ulteriori informazioni visita ilsito: www.versuscomplanare.com
 
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09/10/2010 @ 07:43:24
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... se è per questo,...
08/02/2010 @ 19:13:22
Di Massimo
 
<
la lupa Selana

Guardate chi è passato davanti alla telecamera… è Selana, la lupa a cui tre settimane fa è stato applicato il collare satellitare. Si è subito ricongiunta al suo nucleo famigliare!!

Posted by Parco Nazionale dei Monti Sibillini on Venerdì 15 gennaio 2016
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 Praticamente la Canapa è entrata nella mia dieta; specialmente le farine con cui preparo pane, pasta, dolci
 Praticamente la Canapa è entrata nella mia dieta; specialmente i semi di Canapa decorticati
 

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