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BENVENUTO
Identità marchigiana, valorizzazione dell’entroterra e difesa dell’ambiente: sono queste le direttrici che i Gre delle Marche indicano come prioritarie per un lavoro che arresti la deriva della politica e delle istituzioni.
FORMAZIONE
I Gruppi di Ricerca Ecologica offrono formazione specializzata sia a distanza, sia in presenza di Tutor. Si raccolgono adesioni per la formazione di un Corpo di Guardie Volontarie ambientali.
RISORSE UTILI
In questa sezione ti suggeriamo alcuni links utili per completare le tue ricerche online sui temi che riguardano I Gre delle Marche
 
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 17/10/2009 @ 15:43:58, in News, linkato 1461 volte)

Energia e ambiente temi cruciali per la sicurezza globale e lo sviluppo. Questa la chiave del Congesso Mondiale sull'Energia in corso a Roma, nella sintesi del presidente della Commissione Ue Manuel Barroso. Misure comuni ha invocato il ministro Bersani: l'Europa dia il passo, ha detto. I loro inteventi all'indomani dell'appello di Romano Prodi: per sfide cosi' complesse, ha detto il premier italiano, occorre stabilita' nei rapporti internazionali.

 
Di Admin (del 17/10/2009 @ 16:15:13, in News, linkato 3339 volte)

polifenoli, olio di oliva, gre delle marche, gruppi di ricerca ecologica, massimo guido conte,

Sono ormai note le proprietà benefiche dell’olio extravergine di oliva, una caratteristica che è stata ampiamente dimostrata da diverse ricerche scientifiche dalle quali è emerso che tutto ciò è imputabile principalmente al contenuto di antiossidanti naturali "polifenoli" presenti nell’extravergine di oliva.

Durante il processo di estrazione dell’olio di oliva (in frantoio) solo una piccole quantità di Polifenoli (2,5 %) del totale presente nelle olive viene conferito all’olio, mentre circa il 49 %,  viene trattenuto nelle Acque di Vegetazione (AV) che rappresentano uno scarto della lavorazione. Le AV, considerati inquinanti, vengono inviati ad impianti di depurazione oppure, vista la legislazione vigente, utilizzati per lo spandimento controllato sul terreno con relativi costi per il frantoiano. In sostanza il 49% di principi attivi, cioè di polifenoli ad altissimo valore antiossidante, come il verbasco side, l’idrossitirosolo, l’oleuropeina ecc., che fanno tanto bene alla salute dell’uomo (vedi -> olio e salute) vengono buttati via con le Acque di Vegetazione. Le recenti ricerche condotte dall’ENEA hanno dimostrato con un brevetto internazionale già ampiamente collaudato, come sia possibile trattare le Acque di Vegetazione in modo da ricavare tutti i prodotti di interesse commerciale (recuperando i polifenoli ecc.), ed eliminando nel contempo il loro carico inquinante.

Le AV sono cosi diventate una risorsa altamente remunerativa per il frantoiano (leggi articolo Perche spendere quando si-puo guadagnare).
A seguito di numerose domande pervenute da parte di molti operatori del settore oleario, interessati all’evoluzione di tale brevetto, abbiamo chiesto al Prof. Massimo Pizzichini, come stanno le cose ad oggi?
A distanza di tempo sono felice di comunicarvi che l’ENEA ha messo in campo una serie di azioni tecniche ed amministrative per trasferire questo brevetto alla società civile, quindi renderlo disponibile per l’industria olearia europea.
Per prima cosa ha ceduto la licenza di sfruttamento del brevetto ad una società privata, che quindi si può muovere agevolmente sul mercato. La società si chiama Genelab srl, con sede a Siracusa, oppure con il Dr. Daniele Pizzichini.
Questa società sfrutta la tecnologia di trattamento delle acque di vegetazione olearie con membrane, per recuperare molecole d'interesse biomedico, come i polifenoli, pur riducendo a zero il forte carico inquinante dell’acqua di vegetazione olearia. Visto che lo stadio critico per la traduzione pratica del brevetto era costituito, non tanto dalla costruzione degli impianti di frazionamento delle A.V, ma dalla difficoltà di commercializzare i prodotti finiti, è stata costituita  con capitale privato una nuova Società specializzata nella commercializzazione dei polifenoli, estratti dalle acque di vegetazione e purificati, che si chiama PhenoFarm srl, con sede a Roma. Attraverso Genelab si può contattare PhenoFarm.
Siamo passati quindi dalle parole ai fatti poichè è in fase avanzata di costruzione un impianto industriale di trattamento delle acque di vegetazione, su licenza ENEA, da 10 ton/giorno, che sarà installato a Scandriglia in Sabina (RI), ed entrerà in produzione a metà Novembre 2009, quindi per la prossima campagna olearia.
Tutto questo consente di avere, al più presto, tutta una serie di informazioni tecnico-economiche molto utili per installare altri impianti di trattamento delle acque di vegetazione, avendo la possibilità di commercializzare i prodotti finiti per conto proprio, oppure tramite PhenoFarm.
Grazie per la collaborazione, con ossequi.
Prof. Massimo Pizzichini; ENEA, Dip. BAS; C.R. Casaccia, Roma.

 

 
A proposito della vicenda che ha visto il Presidente la regione Marche imporre - a quanto dice il suo Assessore all'Ambiente - una delibera a dir poco inopportuna (sempre secondo l'Assessore Marco Amagliani) abbiamo già espresso il nostro parere nel post di ieri. Oggi, invece, riproporremmo il testo integrale a firma del dottor Amagliani in cui rivendica, giustamente, che gli venga riconosciuta la coerenza nella dichiarazione di voto contraria. Del resto non poteva essere altrimenti ma il punto, a nostro avviso, è un altro: come può passare senza conseguenze una così netta divergenza di opinioni e di azioni ? 
 
D'accordo, le elezioni regionali sono più che prossime però un minimo di coerenza politica, non ambientalista, sarebbe lecito aspettarsela. Altrimenti la politica è sì l'arte del fare ma anche del disfare.
Non crede, Assessore?
 
MGC
 
 
"La delibera adottata l'altro ieri dalla giunta regionale su proposta del Presidente Spacca con la quale viene abrogata la mia precedente proposta del 9 novembre sulla riperimetrazione dei siti SIC e ZPS di Rete Natura 2000 in Provincia di Pesaro-Urbino, stabilisce nuove indicazioni, secondo me non conformi alla normativa vigente in materia, e per questo ha registrato il mio voto contrario.
La deliberazione approvata ieri dalla giunta comporta una profonda modificazione della geografia dei Siti Natura 2000 della Provincia di Pesaro e Urbino, pertanto ritengo che un mio voto favorevole avrebbe messo a dura prova la mia coscienza oltre a derogare al principio di coerenza che mi guida da quando ho assunto la delega all’Ambiente.
Il tema dell’aggiornamento dei perimetri dei siti Natura 2000 discende, da un lato, dalla norma statale che reca attuazione della Direttiva “Habitat”, dall’altro dalla legge regionale n. 6/2007, che disciplina alcuni aspetti e funzioni della rete Natura 2000 nelle Marche. Va ricordato anche in questa sede, che i confini dei siti Natura 2000 si possono modificare, ma tali modifiche devono essere dettagliatamente motivate indicando chiaramente, per ognuna delle parti di territorio da escludere, che esse non sono o non erano all’epoca dell’individuazione del sito interessate dalla presenza di habitat o di specie di interesse comunitario.
Il complesso lavoro tecnico che ha portato alla proposta di riperimetrazione, il cui primo risultato è stato oggetto della deliberazione del 9 novembre 2009, ora revocata, ha seguito nella sostanza i criteri dettati dalla Commissione europea e dal Ministero dell’Ambiente. Questo è stato il metodo d’interpretazione delle previsioni della citata legge regionale, mentre ora con tale nuovo atto si produrrà uno stravolgimento generale: individuazione di nuovi siti, profonda correzione dei perimetri di taluni, cancellazione totale di altri. E’ quindi un’operazione ingiustificata alla luce della reale vincolistica cui è sottoposto il territorio di Natura 2000 nelle Marche, un’azione destinata a non avere seguito, perché non rispondente ai criteri accettati dall’Unione europea.
Con la Provincia di Pesaro-Urbino, non più tardi del 14 ottobre, si era tentato di condividere un percorso, rappresentato proprio dalla deliberazione ora revocata, mentre il nuovo atto, in sostanza, accoglie pedissequamente il piano presentato dalla Provincia. Invece, i presupposti della condivisione di alcuni passaggi erano altri. L’iter da seguire, quello che avrebbe portato ad una legittima e approvabile revisione dei siti, era chiaro e si basava su quattro punti: innanzitutto l’individuazione di confini certi (limiti fisici e amministrativi) su carta tecnica regionale 1:10.000, con esclusione delle aree urbanizzate fin dal 1997 (data di istituzione dei siti) quali il centro di Pesaro, alcune aree di Urbino e di altri Comuni; una migliore definizione della Rete Natura 2000 già esistente ed accolta dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del Mare e dalla Commissione europea, evitando qualsiasi procedura di infrazione oltre la possibilità a breve termine di attivare risorse comunitarie. Questo primo punto è stato oggetto della deliberazione del 9 novembre, oggi abrogata. Si trattava poi di aprire contestualmente una seconda fase di concertazione e di verifica della ”Proposta di sostanziale modificazione dei perimetri attuali”, prodotta dalla Provincia di Pesaro e Urbino, che inevitabilmente avrebbe previsto un periodo di approfondimento tecnico-scientifico con il coinvolgimento del Ministero Ambiente e della Commissione europea interessati durante il suo iter, onde evitare rischi di infrazione comunitaria. Al terzo punto, andava confermato nelle Linee Guida regionali per i procedimenti di Valutazione d’Incidenza, un sistema di esclusione-semplificazione di molti interventi di trasformazione edilizia e simili. Infine era stata condivisa, anche la necessità di un’ incisiva campagna di informazione sulla errata percezione a livello locale di un sistema di vincoli e di complicazioni operative soprattutto per il mondo agricolo e venatorio, che di fatto non esistono. Questo era, secondo me, il percorso da seguire al fine di condurre un’operazione efficace e soprattutto corretta dal punto di vista normativo, secondo quanto prescrivono le autorità europee. Ma la coerenza e la correttezza amministrativa sono concetti evidentemente obsoleti e molto relativi, al contrario una modalità politica sempre più intesa come ”l’arte del possibile” se non vero e proprio trasformismo, il cui unico scopo è accaparrarsi un consenso purchessia, corrispondono ad un modo nuovo di far politica che non m’appartiene."
 
Marco Amagliani
Assessore all’Ambiente della Regione Marche
 
Tratta dalla bacheca di Facebook all'account dell'Assessore Amagliani
 
Di Admin (del 22/11/2009 @ 23:38:56, in News, linkato 1049 volte)
Venerdì, 27 XI 2009 presso il "Palazzetto dello Sport del Mare" di Castellamare di Stabia sarebbe indetta un'Assemblea Costituente "Ecologista,Ambientalista ed Animalista."  E' previsto l'intervento del Presidente del "Partito dei Verdi" Angelo Bonelli.
 
E' una notizia appresa già da qualche giorno e, di per sé, la troveremmo interessante.
La questione, però, è che non riusciamo proprio a capire come si possa avere la pretesa di organizzare una "Costituente" in maniera totalmente autonoma; fissarne luogo, data e sinanco la durata: dalle 17.30 alle 21.50 e, magari aspettarsi anche l'adesione - peraltro sollecitata - di "Associazoni, dei Movimenti e dei Comitati Civici Cittadini." A dire il vero non si sollecita la partecipazione come da dizionario, bensì si comunica che detta Assemblea è "aperta" a ... Bontà loro.
 
Senza voler essere pignoli ma un minimo di lavori preliminari, una base di ragionamento se non concordata, discussa, quantomeno resa nota pensiamo proprio che ci sarebbe voluta. 
 
La possibilità di partecipazione è alla base del concetto di "assemblea costituente", ovvero che  "costituisce" altrimenti è un convegno, al massimo un congresso, comunque una cosa tutta interna al "partito dei Verdi" che, ci risulta, essere peraltro già costituito. 
 
Unica possibilità che si tratti di un'assemblea "ri-costituente" fatto che comprenderemmo pure, date le condizioni di salute non proprio eccellenti del medesimo. 
 
Ad ogni modo gli Auguri sono di rito e li porgiamo molto volentieri. Sabato avremo la possibilità di leggere la cronaca di questo evento che, sicuramente, avrebbe potuto significare di più.
 
MGC
 
Di Admin (del 28/11/2009 @ 10:02:12, in News, linkato 2088 volte)

"Navigatori senza bussola ... ... impreparati sulle modalità di uscita dalla crisi." Serve "...un progetto strategico per il futuro della regione" 

Con queste parole il professor Carlo Carboni* inizia il suo ragionamento per chiedere, con toni fermi e convincenti, un colpo di reni da parte della Regioe Marche.

La crisi che ha colpito, anche, la nostra Regione deve rappresentare un'opportunità per promuovere uno sviluppo sostenibile nonché utilizzare al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie ed imprimere nuova linfa al cosiddetto "Marchingegno" obsoleto nell'attuale scenario globale.

Come sosteniamo da tempo, occorre un layout che consenta sia la gestione dei nuovi fenomeni, sia il consolidarsi di quelli già in atto.

Molto importante la sottolineatura del fatto che, parlando di "identità marchigiana" non si deve intendere una sorta di "identità nazionale" che nel mondo globale "e complesso" potrebbe risultare "paranoico" anche solo il ricercarla quanto piuttosto rinvigorire ".. le appartenenze in un territorio e coalizzarle in un percorso comune ispirato da una piattaforma culturale condivisa ..."

L'aupiscio è che l'energia "grigio-verde" - la cosiddetta materia grigia coniugata con lo spirito ecologista - rappresenti il fomite di una rivoluzione culturale in grado di promuovere "...un’industrializzazione del sapere.." necessaria a "tirare in alto la crescita soprattutto con innovazione e tecnologie" in "...una direzione da seguire nel medio-lungo periodo."

Il target di questi interventi è individuato nella sanità, l’alimentazione, la logistica, la genetica, le nano e le eco tecnologie e l'informatica, nonché l’agroalimentare, il

biotecnologico e il biomedicale. Occorrerà intervenire sul ciclo di raccolta dei rifiuti e sul loro impiego per la produzione di energia ma anche nella gestione del traffico urbano e l'adeguamento dell'edilizia ai canoni di ecosostenibilità.

Oltre a ciò "I Gre delle Marche" hanno individutato anche un determinato modello di turismo caratterizzato dall'impiego delle risorse del Territorio con itinerari che escludano lo stravolgimento del medesimo da un punto di vista sia degli insediamenti edilizi, sia della viabilità valorizzando gli aspetti naturalistici, artistici e archeologici e ritengono che le considerazioni del prof. Carboni relativamente agli aspetti dallo stesso citati siano perefettamente sovrapponibili anche a quest'ultimo aspetto e particolarmente alla ricerca di una sinergia con le regioni limitrofe nell'ottica di una gestione che tenga conto della omogeneità del Territorio al di là dei confini di carattere amministrativo.

Anche per lo sviluppo dell'industria del turismo, quindi, si rende necessaria "un’industrializzazione del sapere e la sua finanziarizzazione" garantendone la remuneratività non soltanto in termini prettamente economici ma anche di sviluppo dell'intero sistema in grado di aumentare il reddito e ridurre l'impatto sull'ambiente.

Alcune proposte sono state avanzate ed hanno ricevuta una buona accoglienza sul piano delle considerazioni generali. L'impegno è quello di insistere cercando partner volenterosi e, al contempo, promuovere campagne di informazione utili a diffonderne la filosofia.

Abbiamo iniziato con le parole del professor Carboni, ci piace concludere allo stesso modo con cui lo stesso chiude il suo articolo** : "Esistono buone basi di partenza; vediamo se esiste un’intelligenza collettiva in grado di metterle in valore."

 

* docente di Sociologia all’Università Politecnica delle Marche
** "il Corriere Adriatico" del 27 XI 2009

 
Di Admin (del 09/12/2009 @ 19:00:20, in News, linkato 1008 volte)

Mentre a Copenaghen si discute di come salvare il pianeta dall’estinzione, tra scenari catastrofici e bozze (più o meno ufficiali) dei paesi ricchi bocciate da quelli poveri, la Commissione Europea, a non molti chilometri di distanza, ha messo a punto una serie di iniziative che, queste sì, aiuteranno il mondo nella lotta contro i gas serra.   Bruxelles, infatti, ha dato il via libera ai finanziamenti per i primi 15 progetti del pacchetto anti-crisi. Una buona fetta di questi riguardano proprio l’energia, settore al quale la Commissione europea ha destinato 4 miliardi. E, come riportato da quotidianoenenrgia.it, di questi 4 miliardi, ben 1,5 riguardano nove impianti eolici e altri per la cattura e lo stoccaggio di CO2. Una risposta concreta quella di Bruxelles, che si contrappone alle discussioni teoriche di Copenaghen destinate, secondo molti analisti, a non sfociare in vere e proprie iniziative vincolanti per i Paesi partecipanti. Dei finanziamenti europei, 100 milioni andranno all’Enel e al progetto di sequestro della CO2 per la centrale di Porto Tolle da 660 Megawatt, che dovrebbe a breve essere riconvertita a carbone. Il progetto, in sostanza, prevede la possibilità di “sequestrare” l’anidride carbonica, comprimerla fino a portarla allo stato liquido e convogliarla nel sottosuolo. Un grosso aiuto all’atmosfera che, secondo i tecnici che seguono l’impianto di Porto Tolle, eviterebbe l’immissione nell’aria di un quantitativo di CO2 equivalente a quello prodotto da una centrale da 250 Mw di potenza nominale. Questa tecnologia, osteggiata dagli ambientalisti, è già in uso in Canada, grazie al know-how messo a disposizione proprio dall’italiano Istituto di Geofisica e Vulcanologia (Ingv): CO2 “risparmiata” e posti di lavoro anche per gli altri impianti eolici finanziati dalla Ue, che segna un passo in avanti nella battaglia contro la crisi economica e contro i gas climalteranti. di Piergiorgio Liberati "Chicago Blog"

 
Di Admin (del 10/12/2009 @ 20:21:57, in News, linkato 2064 volte)

Parlare tra sordi è uno sport poco esaltante, ma ciascuno è libero di farlo, se crede. A spese sue. A Copenhagen, invece, i sordi stanno discutendo animosamente, tra una portata e l’altra, al ritmo di un tassametro che, dopo 11 giorni di battibecchi, segnerà 143 milioni di euro. Per decidere cosa? Chicago-blog è in grado di anticipare i contenuti dell’accordo politicamente vincolante che uscirà dal vertice. 

 

Anzitutto, si preciserà che i rappresentanti degli Stati presenti al meeting si sono trovati d’accordo che il cambiamento climatico è una questione urgente. Non c’è più alcun dubbio, si dirà, che le temperature stiano aumentando e che di questo la colpa sia dell’uomo (forse, si aggiungerà che l’uomo industrializzato è un po’ più colpevole di quello in via di sviluppo).

 

Carlo Stagnaro "Chicago Blog" 

Quindi, si stabilirà un duplice obiettivo: da un lato, contenere l’aumento delle temperature entro la soglia di 2 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali (segnalo l’ottimo intervento di Carlo Carraro sulla Stampa, a questo proposito). Per evitarlo, ci si impegnerà a ridurre le emissioni del 50 per cento entro il 2050 (clicca qui per vedere cosa significa), dell’80 per cento entro il 2080, del 99 per cento entro il 2100, che poi, essendo tornati alle caverne, si potrà ricominciare il giro.

Infine, la ciccia. Poiché gli Usa non scuciranno un euro a favore della Cina, e la Cina non muoverà un dito senza gli euro americani, la ciccia non ci sarà. Forse si prenderanno gli aiuti allo sviluppo, quelli che erano già sul piatto, e gli si cambierà nome, etichettandoli incentivi verdi: ci perderanno le ong umanitarie (di salvare l’uomo, non gliene frega più un cazzo a nessuno) e ci guadagneranno gli speculatori verdi. Ma in aggregato cambierà poco.

Ah, dimenticavo: l’Ue ribadirà il suo impegno, magari con un’aggiustatina verso l’alto, e annuncerà trionfante la sua leadership nella lotta ai cambiamenti climatici. Se sentite un rumore, non fateci caso. E’ lo scolapiatti che cade dalla testa di Barroso.

 

 
Di Admin (del 14/12/2009 @ 22:30:21, in News, linkato 1152 volte)

 

Una vecchia barzelletta narra d'un uomo che, avendo sentito dire in una conferenza che il mondo finirà tra sette milioni di anni, s'alza e interrompe bruscamente l'oratore, chiedendogli di ripetere. Questi, stupito, ribadisce la propria tesi, al che l'uomo, rinfrancato, esclama: "Meno male. Avevo inteso che il mondo sarebbe finito appena tra settecentomila anni". 
E' una battuta, nulla più. Ma aiuta a comprendere molto dei nostri tempi. Fino a non molti decenni fa, le masse avrebbero guardato con ironia a certi spauracchi. La saggezza popolare, infatti, vuole che si rendano in considerazione prima i problemi immediati, poi quelli che potrebbero verificarsi nel futuro prossimo, e via via fino a quelli di lungo termine. L'arco della vita d'un uomo, va da sé, era  considerato "lungo termine". Nessuno si sarebbe mai sognato, e con ottime ragioni, di interrogarsi su quel che accadrà tra un'era geologica. Oggi, invece, v'è un'intera categoria d'individui - gli attivisti verdi - che alimentano timori di stampo millenaristico e traggono il proprio profitto proprio dall'ombra d'una minaccia che, secondo loro, s'abbatterà sulla Terra tra chissà quanti secoli. Oppure, al contrario, si concentrano sugli effetti d'un'azione nel brevissimo termine, trascurando però sempre di vagliare il comportamento umano alla luce d'un'analisi dei costi e dei benefici - l'unico strumento di cui disponiamo per pronunciare un giudizio meditato, non un'impressione o una sensazione.
Bjørn Lomborg, statistico dell'università di Aarhus (Danimarca) ha definito "litania" tutto questo coacervo di miti, che va dal riscaldamento globale all'elettrosmog, passando per la fine della biodiversità e la non sostenibilità della crescita economica e demografica. Non si tratta d'una presa di posizione impulsiva, bensì d'una decisione meditata, sofferta. Egli, infatti, veniva dalle fila di Greenpeace, è vegetariano, vota a sinistra. Insomma: avrebbe le carte in regola per crogiolarsi tra gli ozi e i vizi d'una carriera all'insegna del politically correct, che naturalmente - nel campo delle scienze naturali - prevede l'adesione al, e la stretta osservanza del, credo ecologista. In effetti, in un primo momento è così. Anzi, Lomborg, durante un viaggio in America, s'imbatte casualmente in un'intervista  a Julian Simon, economista dell'università del Maryland, in cui questi sostiene che - contrariamente a quanto si crede - l'umanità non è mai stata meglio di adesso, le cose sono sempre andate migliorando  e non v'è ragione di credere che la tendenza s'invertirà, la sovrappopolazione è una chimera e v'è sul  pianeta abbondanza di spazio e risorse per tutti. Insomma: una collana di bestemmie per l'orecchio raffinato d'un verde.
Lo studioso danese, di ritorno in patria, si mette dunque in testa un obiettivo: sbugiardare il mentitore  a stelle e strisce. Appronta un gruppo di lavoro, raccoglie dati, li analizza. Cioè, fa il proprio lavoro -  legge statistiche, le esamina in profondità, ne trae una lezione. E scopre che Julian Simon ha ragione.  Così, ripudia le sue opinioni passate e raccoglie il prezioso insegnamento in un libro, destinato ad avere il medesimo effetto devastante del bambino che, nella favola, urla che il re è nudo. Il volume, più  di cinquecento pagine, quasi tremila note, oltre milleottocento testi in bibliografia, s'intitola The skeptical environmentalist. Measuring the real state of the world (Cambridge University Press,  2001) e fa il verso a Lester Brown, potente leader del World Watch Institute e autore del rapporto The state of the world, autentico concentrato di catastrofismo.
Le conclusioni di Lomborg sono nette: prendendo in esame qualunque parametro oggettivo (durata  media della vita, aspettativa di vita alla nascita, mortalità infantile, reddito medio, livello medio di  scolarizzazione, disponibilità delle risorse naturali.) lo stato di salute dell'umanità e del mondo è in via  di netto miglioramento. Questo è vero a livello globale, ma anche per i paesi più arretrati - sebbene vi  siano alcune eccezioni locali. In generale, sostiene lo statistico nordeuropeo, gli uomini debbono  metter da parte le paure che sono sorte negli ultimi anni e affrontare la realtà con gli strumenti della  ragione: il che significa, in primo luogo, saper individuare i problemi più gravi e tentare di risolverli. In  altre parole, stabilire delle priorità. Il mondo non sta bene in senso assoluto; ma senza dubbio oggi si  vive meglio di cinquanta, cento o mille anni fa. "Noi dobbiamo concentrarci sul livello d'incertezza -  egli argomenta – sulla direzione dell'incertezza e quindi sui probabili costi e benefici per i differenti  livelli d'azione. Naturalmente non possiamo limitarci a scegliere di credere nel futuro. Ma la  documentazione e gli argomenti forniti in questo libro possono avere un effetto considerevole, poiché  possono liberarci delle nostre preoccupazioni improduttive. Possono darci nuova fede nel fatto che  stiamo creando un mondo migliore, prendendo parte alla produzione di beni tangibili e intangibili da  parte della società. Le cose sono andate così bene perché ci siamo dati da fare per migliorare la nostra situazione. In alcune circostanze, questo è accaduto quasi automaticamente, come nella continua  crescita di benessere economico. Siamo diventati sempre più ricchi soprattutto grazie alla nostra  fondamentale organizzazione in un'economia di mercato, e non perché ci siamo preoccupati. Nel  mondo è disponibile più cibo non perché ci siamo preoccupati, ma perché individui e organizzazioni  creative hanno inventato una rivoluzione verde. Non è perché ci siamo preoccupati che abbiamo più  tempo libero, più sicurezza, redditi più alti e un'istruzione migliore, ma perché abbiamo affrontato i problemi". E gli abbiamo risolti, com'è nella nostra stessa natura.
 
By Carlo Stagnaro

 

 
Di Admin (del 18/12/2009 @ 14:29:26, in News, linkato 1749 volte)
E' più importante il clima o la libertà ? 
"E' importante che la lotta al cambiamento climatico corra parallela allo sviluppo." 
 
Più il traguardo si avvicina, più il barometro segna cattivo tempo. Il vertice internazionale di Copenaghen, nelle intenzioni degli organizzatori, avrebbe dovuto segnare la trionfale trasmutazione del protocollo di Kyoto in un vero trattato globale per abbattere le emissioni. Quello che si vede oggi è, piuttosto, un accordo di basso profilo, con ampie enunciazioni di principio, pochi fatti concreti, pochissimi soldi ammesso che ce ne siano.
Le dichiarazioni rese ieri dai diplomatici trasmettevano un kharma fortemente negativo, tanto che alcuni tra i leader dei maggiori paesi, a partire dall'inglese Gordon Brown, stanno cambiando l'agenda per arrivare nella capitale danese in anticipo sulla tabella di marcia e salvare il salvabile.
 
Il fatto è che, seppure l'esito più probabile del meeting sia quello degli scorsi anni, le condizioni di partenza – e con esse le aspettative – erano molto diverse. Come anomala è stata la morfologia della rottura. Con l'avvento di Barack Obama alla Casa Bianca, gli europei si erano illusi di trovare una sponda sensibile ai loro progetti e obiettivi. Invece il presidente americano si è allineato nei fatti, se non nei toni, al suo predecessore, George W. Bush. Gli Usa hanno la recessione come priorità assoluta, e sul piano politico Obama punta sulla riforma sanitaria: del clima si parlerà.
 
Le grandi economie emergenti, guidate dalla Cina, restano indisponibili a barattare la crescita economica con la salvezza presunta dell'ambiente, tra l'altro resa meno credibile dal climategate (le email delle superstar della climatologia che discutevano su come truccare i dati per renderli più terrificanti).
 
Ma il fatto veramente nuovo è la faglia che si è aperta lunedì, e che i negoziatori stanno disperatamente cercando di ricomporre. Improvvisamente, un nuovo attore, cioè l'Africa, è sceso in campo. L'asse tattico con Pechino non deve trarre in inganno, perché gli interessi di fondo sono disallineati: i cinesi difendono il loro capitalismo dalle incursioni verdi, gli africani non hanno nulla da proteggere se non la speranza di potersi lasciare la povertà dietro le spalle. Per quanto le conseguenze potenziali del riscaldamento globale facciano paura al continente nero, il fantasma di quello che potrebbe accadere nel 2100 è nulla, se paragonato al mostro del presente: miseria, fame, malattia. Oltre tutto, il surriscaldamento globale non crea problemi, ma rende più aspri quelli esistenti: se li sappiamo risolvere, se aiutiamo l'Africa a dotarsi delle istituzioni necessarie e a imboccare il sentiero della crescita, vivere in un mondo più caldo sarà più tollerabile, e comunque preferibile al costruire un avvenire meno rovente ma più povero ancora.
 
Dunque, o la lotta al cambiamento climatico corre parallela allo sviluppo. Oppure, se implica rincari dell'energia, colonialismo ecologico, dipendenza politica, tanto vale far saltare il tavolo. Accanto a questo, c'è poi un aspetto meno nobile: forse alcuni leader africani speravano di poter aggregare il clima al carrozzone degli aiuti, che - come diceva Peter Bauer, di cui è appena uscito l'aureo volume "Dalla sussistenza allo scambio" (IBL Libri) - sono un trasferimento di risorse dai poveri dei paesi ricchi ai ricchi dei paesi poveri.
 
Creano rendite, non ricchezza. Ma questa è un'altra storia. Però è vero che, per come le cose si stavano mettendo, l'Africa rischiava di trovarsi scippata della crescita economica, e pure priva dei sussidi che chiedeva. Taglieggiata dal nostro protezionismo, e compensata solo dalla nostra pietà untuosa.
 
Tornando al clima, sono due le vittime di questo scatto inatteso degli africani, che forse in altri tempi e in altri contesti avremmo chiamato coscienza di classe. Tramonta la santità del protocollo di Kyoto, che sempre più si rivela uno strumento inadeguato, perché troppo rigido, a sostenere uno sviluppo che sia sì sostenibile, ma che sia soprattutto sviluppo. E poi l'Europa, coi suoi buoni sentimenti, con la sua coscienza sporca, coi suoi piani quinquennali, con le sue burocrazie autorefrenziali e sciocche e con la sua arroganza dozzinale.
 
Carlo Stagnaro; "Libero" del 16 Dicembre 2009
 
Di Admin (del 23/12/2009 @ 23:25:58, in News, linkato 1621 volte)

"Il comitato Sviluppo Sostenibile Valcesano, comunica che in data 22.12.2009 alle ore 9,00 ha convocato un tavolo di lavoro presso la sala consigliare del Comune di Monte Porzio, al quale sono stati invitati i sindaci dei comuni interessati dal progetto e delle ricadute ambientali, a cui è già stata rivolta la petizione popolare, oltre alle Province di Pesaro-Urbino e Ancona. 

La riunione è stata indetta per approfondire gli aspetti amministrativi e burocratici connessi al procedimenti autorizzativi del progetto di realizzazione della centrale Turbogas di Corinaldo.

Si è registrata ampia partecipazione dei Sindaci e loro delegati, mentre assenti erano le due Province.

Erano presenti il Sindaco ed il tecnico del Comune di Corinaldo, sul cui territorio dovrebbe sorgere la centrale, i quali si sono impegnati alla più ampia collaborazione con gli altri Enti locali e il Comitato per impedire la realizzazione della centrale.

I rappresentanti del Coordinamento dei Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Candigliano hanno richiesto agli Amministratori presenti di perseguire l’unità del territorio, (cittadini, comitati e istituzioni) per raggiungere l’obiettivo comune di impedire che la turbogas venga realizzata.

L’Avv. Maria Raffaela Mazzi, incaricata dal Comune di Mondavio di assisterlo nel procedimento avviato dal Ministero per lo Sviluppo Economico presso il quale si è tenuta una prima conferenza dei servizi il 14.12.2009 e ne è fissata una successiva per il 14.01.2010, ha illustrato in maniera dettagliata i procedimenti avviati, le fasi previste dalla legge, le azioni da intraprendere da parte degli Enti locali coinvolti.

Da parte sua, il Comitato, ha stigmatizzato il comportamento degli uffici e della Giunta Regionale che a tutt’oggi, nonostante la diffida espressamente rivolta al Presidente Spacca e al Dirigente della P.F. Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali, non ha prodotto alcun parere o atto amministrativo ufficiale se non mere dichiarazioni di contrarietà e d’intenti.

Nel corso dei prossimi giorni il Comitato incontrerà singolarmente i Sindaci dei Comuni in preparazione della Conferenza dei Servizi del 14.01.2010; il tavolo di lavoro, giudicato estremamente proficuo ed importante da tutti gli intervenuti, tornerà a riunirsi in gennaio."

 

 

Il Comitato Sviluppo Sostenibile Valcesano

 
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la lupa Selana

Guardate chi è passato davanti alla telecamera… è Selana, la lupa a cui tre settimane fa è stato applicato il collare satellitare. Si è subito ricongiunta al suo nucleo famigliare!!

Posted by Parco Nazionale dei Monti Sibillini on Venerdì 15 gennaio 2016
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