Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di
Admin (del 24/01/2014 @ 11:51:48, in
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31 GENNAIO 1 e 2 FEBBRAIO 2014 - Save the date!
La festa di Montenovo è arrivata alla 16°edizione con un programma ricco di musica, animazione e ottima gastronomia locale, arricchita dalla presenza del nostro stand dove potrete provare la Piada alla Canapa e la novità della "carneNONcarne".
Lo stand sarà in piazza della Libertà, dove suonerà in concerto Stefano Bellotti in arte Cisco, con il suo "Indietro Popolo tour".
Vi aspettiamo, come sempre, numerosi ed entusiasti.
Informazioni: info@igredellemarche.org - cell.: 3341665731
Di
Admin (del 22/02/2014 @ 16:23:00, in
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"Su questo tema sono primo firmatario di una proposta di legge composta da un solo articolo, che allego:
"Art. 1
(Modifica dell’articolo 19 della l.r. 6/2005)
1. All’articolo 19 della legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 (Legge forestale regionale), dopo il comma 6 è inserito il seguente:
“6 bis. Fermo restando il rispetto delle distanze indicate ai commi 2 e 6, costituisce utilizzo in agricoltura l’abbruciamento del materiale di cui al medesimo comma 6, ovvero di altro materialeagricolo e forestale naturale non pericoloso, in quanto inteso come pratica ordinaria finalizzataalla prevenzione degli incendi o metodo di controllo agronomico di fitopatie, di fitofagi o di infestanti vegetali”.
Il contenuto di questa proposta è stato recepito ieri nella modifica alla legge forestale dalla III Commissione presieduta dal collega Fabio Badiali. Pertanto presto sarà in aula. Crediamo di aver risolto in larga parte un difficile problema per la nostra agricoltura."
Di
Alex (del 13/03/2014 @ 15:27:34, in
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Di
Admin (del 25/04/2014 @ 23:16:53, in
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E' stato firmato dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti il decreto ministeriale che prevede l'obbligo di adesione al Sistri solo per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che abbiano più di 10 dipendenti. Nel decreto, che esclude dal sistema di tracciabilità dei rifiuti tutte le imprese agricole che conferiscono i rifiuti prodotti nei circuiti organizzati di raccolta, sono previste anche altre disposizioni di semplificazione amministrativa, chiarite le modalità di gestione dei trasporti intermodali e prorogato al 30 giugno 2014 il versamento del contributo annuale.
Per informazioni: fapi.ancona@gmail.com
24 aprile 2014
Di
Admin (del 22/06/2014 @ 08:34:44, in
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Anche I Gre delle Marche vedono come fulcro delle loro attività la promozione di un tipo di agricoltura sì produttiva, ma soprattutto multifunzionale, sostenibile, rispettosa dell’ambiente e attenta alle esigenze dell’uomo e delle comunità nel tempo.
Si è profondamente consapevoli del fatto che la degradazione del valore delle risorse naturali oggi, avrà dirette implicazioni sulla produttività agricola di domani. Biodiversità, conservazione del suolo e dell’acqua, dipendono da un’agricoltura sostenibile.
I vantaggi di questo metodo di produzione rispetto a quello convenzionale sono facilmente riconoscibili (in particolare: conservazione della fertilità dei suoli e della biodiversità, riduzione di inquinamento da agro-farmaci, migliore rapporto con le risorse idriche, salute).
La Canapa, come a molti noto, è una risorsa rinnovabile eco-compatibile. La sua notevole adattabilità, la diversificazione della destinazione produttiva e gli interessanti sbocchi commerciali in settori innovativi rispetto ai tradizionali ambiti tessile e cartario, oltre alla possibilità di praticarne la coltivazione con tecniche a basso impatto ambientale, accrescono l'interesse per questa pianta, che può rappresentare una valida alternativa alle tradizionali colture alimentari di cui la politica dell'Ue sta tentando di disincentivare la produzione a vantaggio di quelle in grado di fornire materie prime per le industrie di trasformazione, di cui risulta deficitaria (Gatto, Laureti).
La Canapa è una pianta decisamente versatile: può essere coltivata ripetutamente sullo stesso terreno il quale ne risulta tutt’altro che impoverito ed è capace, con le sue radici profonde e sottilmente ramificate, di “ammorbidire” la struttura di quei terreni induriti da uno sfruttamento eccessivo. In tre mesi dalla semina è pronta per il raccolto. Una volta estratta la fibra tessile o dopo aver raccolto i semi, rimane la parte legnosa, o “canapulo”, che costituisce non un semplice sottoprodotto, ma un'altra importante materia prima.
La coltivazione di Cannabis sativa L. ha registrato negli ultimi anni un notevole incremento a livello comunitario. Nelle Marche si parla di un prodotto per secoli presente nel settore agricolo e del quale, dalla seconda metà del Novecento, si erano perse le tracce a causa della prepotente comparsa sul mercato di prodotti derivanti dal petrolio che, e non da oggi, abbiamo scoperto essere uno dei principali motivi di degrado del Pianeta sia sotto il profilo prettamente ecologico, sia sotto l’aspetto sociologico ed antropologico.
Tuttavia la strada è ancora in salita. Uno dei principali problemi della reintroduzione di questi prodotti all’interno del mercato contemporaneo è la ricreazione della filiera di lavorazione del prodotto tessile e legnoso che richiede investimenti estremamente ingenti, una sostanziale modifica delle abitudini produttive e dei macchinari per la sua lavorazione e, non per ultimo, la necessità di sradicare un persistente pregiudizio generale.
Uno dei principali obiettivi dei Gre delle Marche è proprio quello di riuscire a ricostruire la filiera per intero partendo dal gradino principale: l’informazione e la divulgazione di informazioni chiare e corrette, passando per la ricerca a livello ecologico/produttivo e la sperimentazione in campo alimentare. Si sta lavorando nella tessitura di una rete di piccoli agricoltori e con il Centro di ricerca alimentare “CEREALI” si sta valutando l’impiego di questa pianta “multitasking” in tutte le sue sfaccettature. Lavori e prodotti di varia natura sono stati presentati al pubblico della provincia Anconetana in molteplici occasioni: Morro d’Alba, Ostra Vetere, Fermo e prossimamente anche a Jesi e in molte altre città marchigiane.
Curiosità: il seme e l'olio di canapa
Si insegna che Buddha mangiò solamente un seme di canapa per tre anni durante il suo periodo di ascetismo.
La canapa esiste dal doppio del tempo rispetto alla soia, la dura corteccia esterna del seme non solo protegge la sua abbondanza di principi nutritivi, ma ha reso anche difficile il suo uso come cibo.
Il seme di canapa è molto più nutriente di quello di soia in quasi tutti gli aspetti ed altrettanto versatile.
Il cibo a base di canapa è in genere ricavato dal seme. E´ impossibile per questo seme contenere alcun THC, il componente psicoattivo della marijuana, che viene prodotto dalla cima fiorita della pianta femmina. I cibi di canapa sono ricchi in TLC, e non THC. Esistono persino ceppi di canapa con basso quantitativo di THC certificato, in Europa, per la produzione di fibra.
Recenti ricerche scientifiche hanno dichiarato l´olio di canapa "L´olio naturale maggiormente bilanciato" per il suo alto contenuto ed il rapporto ottimale 1:3 dei due acidi grassi essenziali Omega-3 Linolenico (LNA) ed Omega-6 Linoleico (LA). Il suo profilo insolitamente ben bilanciato significa che si potrebbe usarlo tutta la vita senza mai soffrire da mancanza di Acidi Grassi Essenziali. E contiene anche l´Omega-6 Gamma Lonolenico (GLA) che lo rende unico tra gli oli commestibili (nessun altro olio da semi comuni contiene il GLA).
di Eleonora Giuliodori
Di
Admin (del 23/07/2014 @ 22:32:50, in
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I GRE delle Marche sono la sezione marchigiana dei Gruppi di Ricerca Ecologica, un’associazione ambientalista nazionale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente. Formazione, valorizzazione dell’entroterra, difesa dell’ambiente e agricoltura sostenibile sono le principali aree di intervento. Alle quali si affianca la ricerca sulle produzioni agricole ecologiche e la sperimentazione con il centro di ricerca alimentare chiamato CEREALI, promosso da GRE e Fapi (Federazione Agricola Piccole Imprese) con la collaborazione di Copagri Marche. Abbiamo discusso con il presidente Massimo Guido Conte riguardo alle potenzialità della canapa nel recupero del territorio, nell’agricoltura sostenibile e nella definizione di nuovi modelli per lo sviluppo territoriale ed economico.
Come vedete l’universo canapa industriale in Italia?
Alcuni consorzi italiani sembrano costellazioni che ruotano attorno a un unico astro per tutte le fasi del processo, mentre all’opposto ci sono tentativi di autoaffermazione locali, di solito regionali, che delimitano territori ma non fanno sufficiente volume. Questa non è filiera corta ma piccoli circuiti chiusi di trasformazione. Il risultato sono modeste quantità di olio, pasta o prodotti da forno e in genere il coltivatore non ha un ritorno che lo incentivi a proseguire. In Puglia sembra invece che abbiano preso una strada giusta e il settore è in rapida crescita. Nello scenario della canapa italiana il nostro punto di vista è diverso da quello degli operatori economici e delle loro associazioni: ci sono stati momenti di dialogo ma le occasioni di apertura verso nuove proposte sono mancate.
Quali sono le vostre proposte?
Dobbiamo smettere di temere l’eccesso di offerta e capire che nuovi appezzamenti a canapa portano a un mercato più grande. I GRE delle Marche propongono una riduzione delle coltivazioni intensive per fermare lo sfruttamento del territorio e distribuire i profitti fuori da cerchie monopoliste. Coltivatori e operatori del settore devono capire che la concorrenza porta credibilità. Nelle Marche abbiamo circa 13 ettari produttivi ma ho un’offerta di 300 ettari in un’altra regione per un progetto di recupero territoriale fondato sulla reintroduzione della canapa. Vogliamo realizzare un borgo dove si produce e si trasforma la materia prima, si sviluppano conoscenze e si promuovono prodotti realizzati con la canapa, soprattutto in campo alimentare, ma anche carte, corde, stoviglie e tutto quello che tradizione e innovazione possono costruire insieme.
Come potrebbe crescere l’industria della canapa alimentare in Italia?
I derivati della canapa tendono a essere considerati più come medicine che come alimenti. Questo è sbagliato e ha già causato problemi con le autorità e sequestri di prodotto. I bassi rendimenti possono giustificare prezzi elevati ma dobbiamo far uscire la canapa dalla nicchia dei consumatori molto esigenti per diventare una delle basi per gli alimenti di largo consumo. Opportunità interessante per i produttori locali prima che la grande industria ne comprenda le potenzialità. Infine, lo studio di nuove ricette con olio e farina di canapa può offrire nuovi orizzonti gastronomici a chi non può assumere amido o glutine, come avevo già sperimentato con gli gnocchi di topinambur e canapa.
La canapa può creare turismo?
Certo. Soprattutto un turismo attento all’alimentazione. Il territorio di Jesi può catturare turismo dalla riviera e offrire esperienze gastronomiche uniche come centro di una sperimentazione culinaria sulla canapa. Vogliamo ad esempio creare di un marchio di qualità per alcuni prodotti alimentari che contengono canapa coltivata nelle Marche. La nostra attività di formazione, le conferenze, le attività con scuole, università e centri di ricerca entra perfettamente in questa visione di un territorio da valorizzare integrando e non separando le risorse e gli attori. La nostra collaborazione con Fapi è un buon esempio di collaborazione fra operatori con diversi ruoli e spero prosegua coinvolgendo chi crede davvero nello sviluppo diffuso e sostenibile.
Stefano Mariani
da Canapa Industriale
Di
Admin (del 11/09/2014 @ 22:51:43, in
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La mamma Orso che ha tanto fatto parlare i media e ha smosso le coscienze di molti, è morta durante il tentativo di cattura, pare, per dose eccessiva di narcotizzante.
La notizia è stata data così, in maniera maldestramente asettica: un incidente di percorso. Come se si fosse trattato di un evento imprevedibile ma da mettere in conto.
Ci sia consentito affermare tutto il nostro disaccordo. Un disaccordo che parte dal fatto che non si capisce proprio perché dovesse essere catturata e, soprattutto, perché la non necessaria cattura sia stata affidata a degli inetti.
Se vogliamo credere alla involontarietà del gesto, dobbiamo arguire che chi è stato chiamato ad eseguire l’operazione non sia in grado di calcolare la dose di anestetico necessaria. Non è un fatto di poco conto.
Anzi, si tratta di una manchevolezza che dovrebbe portare alla messa in stato di accusa del responsabile, oltre che all’immediata sospensione da ogni incarico nell’attesa di accertare cosa sia realmente accaduto, e perché?
Non abbiamo notizia di esame autoptico sui resti della povera Daniza ma chiediamo a gran voce che venga fatta chiarezza.
Col programma Life Ursus, la provincia di Trento ha ricevuto molti danari per immettere degli Orsi in un ambiente ostile.
Se si erano estinti, in quella zona, un motivo ci sarà pur stato, no?
Bene, per ricevere tutti quei danari, sicuramente avranno scritto nel progetto che avrebbero ri-create le pre-condizioni minime necessarie la buon funzionamento del progetto.
Tra queste operazioni le più importanti sarebbero dovute essere: la segnaletica di istruzione per gli umani e la preparazione dei tecnici veterinari chiamati ad occuparsi degli Orsi.
Risultato? Un allegro cercatore di funghi se n’è andato, bel bello, a farsi ferire da una mamma con cuccioli, e i veterinari hanno fatto secco l’orso con una over dose di tranquillanti.
Si poteva immaginare un fallimento più clamoroso? Evidentemente, no.
Inutile dire quanto non vorremmo essere accomunati a chi – evidentemente bisognoso della dose di tranquillanti eccedente per Daniza – si esprime augurando terribili, divine punizioni per lo sprovveduto cercatore di funghi o per chi – sempre pensando alla buona fede – non ha saputo fare il lavoro per cui era stato istruito.
Certo si comprende, però, lo stato d’animo di chi, allarmato dai proclami delle scorse settimane non crede alla casualità dell’evento e denuncia l’uccisione di Daniza come atto deliberato. Per questo, ribadiamo, è assolutamente necessario che venga eseguita l’autopsia. Occorre capire se, per debolezza sua, Daniza non ha sopportata la dose iniettata – e sarebbe un incidente – o se è stata la dose fuori misura e saremmo di fronte alla responsabilità grave con l’aggravante del dolo eventuale. Sarebbe, anzi, da dimostrare che non ci sia stato l’ordine di uccidere l’Orso mascherando un incidente, visto che un suicidio sarebbe stato poco credibile.
La notizia della morte di Daniza è molto triste ma, ahinoi, non è la sola. Resta sempre l’incognita – ma è una certezza – che i suoi cuccioli non possano farcela da soli e allora si tratterà di vera e propria strage.
Anche su questo non abbiamo notizie su quali siano le intenzioni delle autorità, per tentare di salvare almeno i cuccioli. Catturarli per tentare di salvarli sarebbe una buona opzione, però, questa volta, attenti ai metodi utilizzati. La prima volta non siete stati granché bravi.
Per finire, siccome occorre sempre pensare al futuro, che fine farà il progetto Life Ursus? E l’Europa come si comporterà di fronte a progetti analoghi? Lo scopriremo solo vivendo, cantava Lucio Battisti, Daniza, invece non lo saprà mai.
Massimo Guido Conte
Di
Admin (del 25/09/2014 @ 23:14:29, in
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"Là, dove batte il Sole" è un documentario sulla conversione dei terreni agricoli per la produzione di energia.
Attraverso il ritratto di un agricoltore, ci si interroga sul futuro delle terre e sulla trasmissione dei saperi.
Di
Admin (del 26/09/2014 @ 15:01:00, in
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Di
Admin (del 26/10/2014 @ 07:16:49, in
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