Immagine
 Auto Elettrica Cne ... di Admin
BENVENUTO
Identità marchigiana, valorizzazione dell’entroterra e difesa dell’ambiente: sono queste le direttrici che i Gre delle Marche indicano come prioritarie per un lavoro che arresti la deriva della politica e delle istituzioni.
FORMAZIONE
I Gruppi di Ricerca Ecologica offrono formazione specializzata sia a distanza, sia in presenza di Tutor. Si raccolgono adesioni per la formazione di un Corpo di Guardie Volontarie ambientali.
RISORSE UTILI
In questa sezione ti suggeriamo alcuni links utili per completare le tue ricerche online sui temi che riguardano I Gre delle Marche
 
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 11/09/2014 @ 22:51:43, in News, linkato 2638 volte)

 

 

La mamma Orso che ha tanto fatto parlare i media e ha smosso le coscienze di molti, è morta durante il tentativo di cattura, pare, per dose eccessiva di narcotizzante.

La notizia è stata data così, in maniera maldestramente asettica: un incidente di percorso. Come se si fosse trattato di un evento imprevedibile ma da mettere in conto. 

Ci sia consentito affermare tutto il nostro disaccordo. Un disaccordo che parte dal fatto che non si capisce proprio perché dovesse essere catturata e, soprattutto, perché la non necessaria cattura sia stata affidata a degli inetti. 

Se vogliamo credere alla involontarietà del gesto, dobbiamo arguire che chi è stato chiamato ad eseguire l’operazione non sia in grado di calcolare la dose di anestetico necessaria. Non è un fatto di poco conto.

Anzi, si tratta di una manchevolezza che dovrebbe portare alla messa in stato di accusa del responsabile, oltre che all’immediata sospensione da ogni incarico nell’attesa di accertare cosa sia realmente accaduto, e perché?

Non abbiamo notizia di esame autoptico sui resti della povera Daniza ma chiediamo a gran voce che venga fatta chiarezza. 

Col programma Life Ursus, la provincia di Trento ha ricevuto molti danari per immettere degli Orsi in un ambiente ostile. 

Se si erano estinti, in quella zona, un motivo ci sarà pur stato, no? 

Bene, per ricevere tutti quei danari, sicuramente avranno scritto nel progetto che avrebbero ri-create le pre-condizioni minime necessarie la buon funzionamento del progetto.

Tra queste operazioni le più importanti sarebbero dovute essere:  la segnaletica di istruzione per gli umani e la preparazione dei tecnici veterinari chiamati ad occuparsi degli Orsi.

Risultato? Un allegro cercatore di funghi se n’è andato, bel bello, a farsi ferire da una mamma con cuccioli, e i veterinari hanno fatto secco l’orso con una over dose di tranquillanti. 

Si poteva immaginare un fallimento più clamoroso? Evidentemente, no. 

Inutile dire quanto non vorremmo essere accomunati a chi – evidentemente bisognoso della dose di tranquillanti eccedente per Daniza – si esprime augurando terribili, divine punizioni per lo sprovveduto cercatore di funghi o per chi – sempre pensando alla buona fede – non ha saputo fare il lavoro per cui era stato istruito. 

Certo si comprende, però, lo stato d’animo di chi, allarmato dai proclami delle scorse settimane non crede alla casualità dell’evento e denuncia l’uccisione di Daniza come atto deliberato. Per questo, ribadiamo, è assolutamente necessario che venga eseguita l’autopsia. Occorre capire se, per debolezza sua, Daniza non ha sopportata la dose iniettata – e sarebbe un incidente – o se è stata la dose fuori misura e saremmo di fronte alla responsabilità grave con l’aggravante del dolo eventuale. Sarebbe, anzi, da dimostrare che non ci sia stato l’ordine di uccidere l’Orso mascherando un incidente, visto che un suicidio sarebbe stato poco credibile. 

La notizia della morte di Daniza è molto triste ma, ahinoi, non è la sola. Resta sempre l’incognita – ma è una certezza – che i suoi cuccioli non possano farcela da soli e allora si tratterà di vera e propria strage.

Anche su questo non abbiamo notizie su quali siano le intenzioni delle autorità, per tentare di salvare almeno i cuccioli. Catturarli per tentare di salvarli sarebbe una buona opzione, però, questa volta, attenti ai metodi utilizzati. La prima volta non siete stati granché bravi. 

Per finire, siccome occorre sempre pensare al futuro, che fine farà il progetto Life Ursus? E l’Europa come si comporterà di fronte a progetti analoghi? Lo scopriremo solo vivendo, cantava Lucio Battisti, Daniza, invece non lo saprà mai.

 

Massimo Guido Conte

 

 

 
Di Admin (del 25/09/2014 @ 23:14:29, in News, linkato 1803 volte)

"Là, dove batte il Sole" è un documentario sulla conversione dei terreni agricoli per la produzione di energia.

Attraverso il ritratto di un agricoltore, ci si interroga sul futuro delle terre e sulla trasmissione dei saperi.
 

 

 

 
Di Admin (del 26/10/2014 @ 07:16:49, in News, linkato 3099 volte)

 
Di Admin (del 26/10/2014 @ 09:55:31, in News, linkato 1579 volte)

 

Cena a base di prodotti di Canapa. 100% Vegan. presso Pako's, in via Piave, 33 - Senigallia

 
 
 
Di Admin (del 20/11/2014 @ 18:35:46, in News, linkato 1146 volte)

Ovviamente, dal punta vista umano queste cose gridano vendetta ma la richiesta di cancellazione della condanna è stata avvallata anche dal Procuratore Generale in quanto: "... Non essendo stati contestati gli omicidi, non si può legare il disastro ambientale è  alle vittime - aveva spiegato il pg -, il disastro è prescritto per la chiusura degli stabilimenti nell’86 e pertanto la condanna va annullata".
 Questo quanto affermato dal Pg Iacoviello e resta la domanda: perché Guariniello, non aveva legato la morte agli eventi contestati e che son valsi la condanna in primo grado a diciotto anni e novanta milioni di risarcimento?
Ad ogni modo, un'altra pessima figura della magistratura italiana. Tutti grideranno contro la sentenza di cancellazione della condanna - ed è comprensibile - però i processi vanno istruiti per bene, non solo per ottenere la condanna in primo grado, magari sull'onda di spinte emotive, poi cancellate in Cassazione, soprattutto oggi che hanno abolito il Senato elettivo e pure alla Camera non è facilissimo l'accesso per il magistrato inconcludente.

 

Pubblichiamo qui di seguito il comunicato stampa di Barbara Giuliani di Fapi Marche, che, insieme a Sativa Molise e al Consorzio Agrario di Gubbio e all’associazione Canapa Tuscia ha partecipato alle audizioni presso la Camera dei Deputati per la nuova legge che disciplinerà la canapa industriale italiana.
 
Massimo Guido Conte e Valerio Zucchini, in rappresentanza di Fapi, assieme agli amici  di Sativa Molise col validissimo contributo dei rappresentati del Consorzio Agrario di Gubbio, hanno detto – ci pare abbastanza chiaramente – che la coltivazione della Canapa è – essenzialmente – un fatto agricolo e che occorre favorire la possibilità di lavorare senza inutili vincoli, per di più fortemente discriminanti. Nella mattinata, Conte e Zucchini, hanno presentato alla segreteria del Mipaaf le ragioni delle loro posizioni e crediamo di poter affermare che quell’impianto legislativo, così com’era stato concepito, non dovrebbe approdare da nessuna parte.
 
Fapi, oltre ad illustrare i motivi di perplessità e contrarietà all’impostazione dei diversi progetti di legge ha anche affermato di essere disponibile a collaborare per la definizione di un disegno normativo, davvero, a favore dello sviluppo della coltivazione e lavorazione della Canapa in Italia. Complimenti a Rosario Scotto per l’accorata esposizione dei problemi degli agricoltori ed agli amici umbri i quali hanno dimostrata in nuce la fattibiltà di quei progetti che anche noi, assieme agli amici de I Gre delle Marche abbiamo cercato di concretizzare ma con minore fortuna.
 
Sicuramente il loro esempio e, speriamo la loro collaborazione, ci aiuterà nella prosecuzione del progetto. Dall’audizione è emerso con chiarezza, ed in modo unanime, che la legislazione sulla Canapa dovrebbe essere ispirata al principio secondo cui tutto debba essere possibile tranne ciò che è vietato e non il contrario, ovvero che tutto sia vietato tranne ciò che è espressamente consentito e conseguentemente normato e che la cosiddetta filiera del tessile, in Italia, non può essere riesumata per legge e che le possibilità di sviluppo della filiera si trovano altrove: alimentare, nutraceutico, chimico, edilizio…
 

Di seguito il testo completo della relazione lasciata agli atti della Commissione
 
L’agricoltura italiana è perfettamente in sintonia col resto del Paese: soffre. Vi sarebbe molto da fare ed in fretta. La questione, però, è che tutto ciò che si dovrebbe fare sarebbe, in qualche modo, rivoluzionario e questo, si sa, non è affatto facile in Italia. Innanzitutto occorrerebbe accorciare la filiera. Un proponimento da tutti evocato ma difficilmente realizzabile.
 
Non vivendo in un regime di socialismo reale, la filiera non si può accorciare con un Decreto Legge. Occorre realizzarla attraverso la costituzione di reti di imprese, consorzi, cooperative e qualsiasi altro strumento utile a rendere tutti gli attori, protagonisti dell’intero film e non semplici comparse.
 
Spesso, però, chi propone l’attuazione di nuovi scenari si trova di fronte un muro di gomma alzato da chi, preferisce l’assetto attuale non comprendendo – forse – che è proprio il perpetuarsi di queste dinamiche a rendere l’agricoltore del tutto simile ad una bestia da soma al quale garantire – si fa per dire – esclusivamente in necessario alla sopravvivenza. Sospinti, forse, dal rinnovamento generazionale avvenuto in altri campi, anche in agricoltura molti giovani stanno cercando di re-interpretare le condizioni di gestione dell’ambito agricolo.
 
Ed è principalmente ad essi che Fapi rivolge la sua azione di assistenza, nel tentativo, anche di superare le divisioni talvolta campanilistiche, talvolta dettate dall’orgoglio personale di chi ritiene possa esservi un diritto di primogenitura della riscoperta della coltivazione della Canapa.
 
Alcuni tentativi si vedono all’orizzonte e molti di questi riguardano la coltivazione della Canapa che, in effetti, rappresenterebbe una formidabile occasione di sviluppo in grado di riequilibrare significativamente la bilancia dei pagamenti relativi alle esportazioni, oltre ad eliminare qualche tonnellata di pesticidi dai terreni e fornire impulso ad un indotto che è tutto da costruire e che potrebbe attingere anche ad assetts dismessi operando una proficua operazione di recupero.
 
A proposito dell’indotto, ad esser onesti, più che da costruire, sarebbe ancora da progettare e per farlo occorrerà sgomberare il campo dalle troppe approssimazioni dei tanti Guru della Canapa che si potrebbero rivelare più dannosi dei detrattori; soprattutto, servirebbe una visione marketing oriented al posto di quella, tutta product oriented di coloro che vorrebbero adattare la pianta della Cannabis Sativa agli impianti industriali, senza comprendere che il mercato non compra ciò che gli proponi per fare un favore al produttore ma è questi che deve capire cosa serva al mercato e proporlo con un rapporto qualità/prezzo conveniente.
 
In assenza di valutazioni corrette, le inevitabili delusioni degli agricoltore potrebbero ri-seppellire la coltivazione della Sativa per altri sessant’anni o, addirittura, definitivamente. La coltivazione della Canapa sarebbe in grado di rivitalizzare, oltre al comparto agricolo, almeno una mezza dozzina di altri ambiti in cui troverebbe applicazione la mitica piantina che tanto divide e fa discutere. Dall’edilizia all’agroalimentare, dall’automotive al tessile, passando per l’industria nutraceutica, cosmetica e farmaceutica.
 
Qualcuno parla di boom della coltivazione della Canapa e cita dati che, relativamente presi, sarebbero anche significativi (+150%) ma che tradotti in valori assoluti lasciano a dir poco perplessi. Il totale è meno di un decimo dei cugini d’Oltralpe e la media Ettari/Aziende produce un ben misero risultato: meno di tre Ettari per azienda.
 
L’eccessiva frammentazione si estende su tutto il territorio nazionale rendendo impossibile qualsiasi speranza di poter far sorgere centri completi per la lavorazione e trasformazione del prodotto finito appetibile sui mercati e soprattutto per quanto riguarda la fibra e i canapuli derivanti dalla lavorazione del fusto della pianta. Parliamo, ovviamente, di impianti con qualche speranza di sopravvivenza autonoma in grado di andare oltre il ciclo di vita garantito da sovvenzioni e sussidi.
 
Certo che se, invece, ci riferissimo a stabilimenti pagati dal pubblico (statale o europeo non cambia) che dopo due anni vengono chiusi, allora la musica cambia ma non è certo una melodia che ci possa piacere. Di cattedrali nel deserto lasciate marcire per tutta l’Italia, il Gabibbo ci ha fornito amplissima documentazione; senza contare, poi, che in questo caso sarebbero al più delle Parrocchiette nel deserto.
 
La Canapa potrebbe rispondere ad alcune esigenze del comparto agricolo ma a condizione che – realisticamente ed onestamente – si affronti la questione per quella che è, senza malcelati tentativi di arricchimento dovuti non alla lavorazione del prodotto ma alla mera realizzazione degli stabilimenti nei quali dovrebbe, forse un giorno, avvenire.
 
Da ciò consegue che, nell’attesa che il Parlamento vari Leggi – o adegui quelle esistenti – che consentano la coltivazione della Canapa in forma industriale, per un settore (il tessile) praticamente inesistente, si possa puntare sull’impiego dei semi, almeno, per scopi alimentari e cosmetici. Gli impianti per il trattamento dei semi, infatti, hanno già una discreta diffusione sul territorio nazionale e sono alla portata degli imprenditori.
 
Secondo il parere di tecnici sicuramente qualificati e dati alla mano, è vera insensatezza proporre di investire considerevoli scorte di danaro da destinare alla produzione, o ammodernamento, di impianti per la separazione della fibra dal canapulo. Fapi mette in guardia gli organi competenti dall’imbarcarsi in avventure che, domani, sicuramente porterebbero all’ennesimo fallimento con sperpero di ingenti somme di danaro.
 
Dobbiamo lavorare tutti per costruire un trampolino di lancio ed evitare, invece, di scavare la fossa alla Canapa la quale dopo sessant’anni di ostracismo interessato da parte dei produttori di fibre sintetiche, non merita certo la pessima nomea che potrebbe scaturire da avventuristiche esperienze dettate, quando va bene, dalla volontà auto-celebrativa di coloro i quali, innamorati della Canapa, fingono di non vederne gli aspetti difficoltosi della sua coltivazione.
 
Certo che si può andare sulla Luna ma non leggendo i romanzi di Jules Verne. Qualificatissime agenzie, una tra tutte la Coldiretti recentemente a Cernobbio, diffondono dati che, qualora fossero veri, certo non supporterebbero le conclusioni a cui, a forza, si vuole giungere.
 
Dati, tra l’altro, assolutamente privi di quei ragionamenti di natura tecnico-scientifica necessaria per passare dal sogno alla realtà. Dati sciorinati a supporto di tesi che necessiterebbero di analisi serie e qualificate. Non si contestano i numeri ma il fatto che essi rappresentino un boom.
 
Come associazione di categoria, come soggetto attento all’ambiente ma, prima ancora, come contribuenti di quel danaro che si chiede venga speso, lanciamo un allarme con valore di diffida: attenti a non sprecare gli ultimi spiccioli e soprattutto gli ultimi scampoli di tempo e fiducia degli agricoltori.
 
Moralmente non è mai stato accettabile lo spreco di danari pubblici ma oggi non ce lo possiamo nemmeno più permettere.
 

 
Di Admin (del 04/12/2014 @ 23:07:56, in News, linkato 1664 volte)

 

Domenica 14 dicembre, ad Ascoli, Fapi, in collaborazione con I Gre per la reintroduzione della Canapa nell'agricoltura delle Marche, con gli agricoltori, gli artigiani ed i commercianti per diffondere la cultura della Canapa nell'alimentazione.


Lo scopo dell'evento, infatti, è quelli di fornire informazioni utili per una coltivazione fruttuosa.


Anche gli altri, possibili, ambiti di impiego della Cannabis Sativa, saranno oggetto dell'incontro per creare un gruppo di interesse e soprattutto, di lavoro per favorire la nascita delle necessarie filiere.

Un evento rivolto quindi non solo agli agricoltori, ma a tutti gli interessati nei diversi settori, dall'industriale al commerciale, dalla ristorazione all'artigianato.
 

 
Di Admin (del 08/03/2015 @ 17:40:25, in News, linkato 1761 volte)

Egregio avvocato Balocco,

comprendo il suo stato d'animo per il torto ricevuto, come associazione, per non essere stati accolti e, per di più, per non essere nemmeno stati avvertiti e le sono solidale.

Ciò che non capisco però, è lo sfogo su "il Fatto Quotidiano" in cui non lamenta solo la incomprensibile - a suo dire - esclusione dal novero della associazioni riconosciute in base all'art. 13 della L. 349/1986 ma, del tutto arbitrariamente ed assai poco elegantemente, nomina alcune associazioni (invece comrpese nell'elenco) indicandole, surrettiziamente, come indegne del riconoscimento loro attribuito.

Ora, è dai tempi delle elementari che provo pena per coloro che anziché rivendicare un diritto lamentavano il fatto che altri potessero avere qualcosa ad essi negato.

Talvolta si trattava di vera ingiustizia; spesso, invece, la motivazione c'era ed era lampante a tutti - tranne al lamentoso di turno - ma sempre, e ripeto sempre, era stucchevole l'espressione del rompicoglioni che, forse non avendo altri argomenti, esordiva dicendo: " a lui sì ed a me no"  

Sia chiaro, a noi non toglie né aggiunge nulla il senso del suo articolo ma notare il conformismo per cui "grande e famoso è meglio che piccolo è poco noto" lascia basiti. Secondo lei Mc Donald's è meglio della gastronomia Paola, per il sol fatto di essere universalmente conosciuta?

Non le avrei nemmeno risposto se non ci avesse citati, per di più, avanzando l'ipotesi che l'essere inclusi nell'elenco del Minambiente potrebbe essere il risultato di non meglio identificati "santi in Paradiso".

Tenendo molto, invece, alla assoluta autonomia teniamo a precisare che nessun aureolato si sia mai interessanto alla nostra sigla. A meno che, invece, non si riferisse ai suoi superamici supereroi arcinoti fighi e famosi "Wwf, Legambiente e italia Nostra ...."

In quel caso avrebbe sicuramente ragione. Lì i santi ci sono e si vedono; di buono c'è, però, che noi non siamo invidiosi. Noi, no. Noi.

Molti Aguri per il suo lavoro
Massimo Guido Conte

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/19/ministero-dellambiente-e-associazioni-riconosciute-storia-tipicamente-italiana/630228/

 
Di Admin (del 15/04/2015 @ 22:34:36, in News, linkato 1757 volte)

 


I Gre delle Marche, Cereali, Associazione Confluenze Senigallia Coop.va Montebello (fondata da Gino Girolomoni), Mondo Solidale, assieme per una serata di "profesta" per rivalutare i prodotti del nostro Territorio. 

Menù
Legumi e Cereali ma non solo ... 

- Frittatina di Ceci con Insalata Russa 100% Vegan 
- CousCous e "Cappole" dell'Adriatico
- la Pasta con i Fagioli e Moscioli di Portonovo
- La Crostata di Ricotta Vaccina con Farro 

Infine "4x70 in Concerto" 
Costo di cena - bevande incluse - e concerto solo 12 Euro

Prenotazione al 3398998004 (Barbara) - 3406410766 (Massimo)

 

 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13

Cerca ne "I Gre delle Marche"

Cerca per parola chiave
 
 

AREE TEMATICHE

Biologia Marina (3)
Cereali - Centro Ricerche Alimentari (4)
chi siamo (3)
I Gre delle Marche (3)
il Borgo della Canapa (4)
la Città della Canapa (18)
La gestione dei rifiuti (1)
le Cicogne le portano i bambini (5)
le DeCo Virtuose (2)
Libri (5)
News (121)

Ultimi commenti:
link del video di Pa...
13/04/2012 @ 05:46:49
Di Massimo
COMUNICATO STAMPA CO...
09/10/2010 @ 07:43:24
Di maurizio claroni
... se è per questo,...
08/02/2010 @ 19:13:22
Di Massimo
 
<
la lupa Selana

Guardate chi è passato davanti alla telecamera… è Selana, la lupa a cui tre settimane fa è stato applicato il collare satellitare. Si è subito ricongiunta al suo nucleo famigliare!!

Posted by Parco Nazionale dei Monti Sibillini on Venerdì 15 gennaio 2016
FINE
Pubblicazione
 

Sondaggio

Hai mai assaggiato prodotti a base di Canapa?

 No, mai. Non conosco alimenti a base di Canapa
 No, ma ne ho sentito parlare. Non mi interessano
 No, alla prima occasione sicuramente li assaggerò
 Sì, una volta ma non ho gradito
 Sì, mi sono piaciuti e appena possibile ripeterò l'esperienza
 Sì, Li ho trovati buoni e talvolta li acquisto
 Praticamente la Canapa è entrata nella mia dieta; specialmente l'olio di semi di Canapa
 Praticamente la Canapa è entrata nella mia dieta; specialmente le farine con cui preparo pane, pasta, dolci
 Praticamente la Canapa è entrata nella mia dieta; specialmente i semi di Canapa decorticati
 

Link

Riflessioni al progetto del gestore unico ATA2 Ancona
 

Fotografie

Agricoltura (1)
cicogne (12)

Le fotografie più cliccate
 
 
I Gre delle Marche: Sezione marchigiana dei "Gruppi di Ricerca Ecologica" - Associazione ambientalista a carattere nazionale, riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente, ai sensi dell'art.13 della Legge n. 349/86.
powered by dBlog CMS ® Open Source - Credits Design - Admin