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BENVENUTO
Identità marchigiana, valorizzazione dell’entroterra e difesa dell’ambiente: sono queste le direttrici che i Gre delle Marche indicano come prioritarie per un lavoro che arresti la deriva della politica e delle istituzioni.
FORMAZIONE
I Gruppi di Ricerca Ecologica offrono formazione specializzata sia a distanza, sia in presenza di Tutor. Si raccolgono adesioni per la formazione di un Corpo di Guardie Volontarie ambientali.
RISORSE UTILI
In questa sezione ti suggeriamo alcuni links utili per completare le tue ricerche online sui temi che riguardano I Gre delle Marche
 
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 09/01/2010 @ 20:34:02, in News, linkato 1160 volte)

 Il nuovo anno e' stato salutato da un altro importante evento astronomico: uno spettacolare 'scontro' fra una piccola cometa e il sole.

 

 

La scoperta e' frutto delle osservazioni di un astrofilo australiano, Alan Watson, che ha esaminato immagini online ottenute dall'osservatorio solare, SOHO (Solar Heliospheric Observatory), nato dalla collaborazione fra gli enti spaziali europeo (ESA) e americano (NASA). La scoperta e' stata confermata anche dall'astrofisico italiano Gianluca Masi.

fonte ansa

 
Di Admin (del 08/01/2010 @ 02:58:09, in News, linkato 1752 volte)

Da lunedì 11.01.2010 il Gestore dei servizi energetici (Gse) cambierà la procedura di formalizzazione e sottoscrizione delle convenzioni in Conto energia alfine dichiarato di agevolare l’iter di concessione dell’incentivi all'adozione degli impianti fotovoltaici.
La stipula della convenzione si effettuerà accedendo alla sezione “Convenzioni” del sitodedicato alla richiesta degli incentivi (www.applicazioni.gse.it) utilizzando username e password.

 

Il famoso esploratore belga Alain Hubert ha svelato la prima stazione scientifica ecologica polare, costruita ai fini della ricerca relativa all'impatto del cambiamento climatico sull'Antartide.

La stazione «Princess Elisabeth» mira a diventare una base di ricerca totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico che consentirà agli scienziati di studiare il cambiamento climatico e di suscitare un maggiore interesse pubblico sulla questione, nel rispetto dell'ambiente.

La stazione, del valore di 12 Mio EUR, è una struttura prefabbricata in acciaio inossidabile e legno, progettata in modo aerodinamico. Ospiterà 20 ricercatori in un ambiente interno di 700 metri quadrati. La struttura, finanziata dal governo belga e da partner privati, verrà trasferita dal Belgio al Polo Sud nel mese di novembre.

«La base sarà la prima del suo genere a produrre zero emissioni, pertanto costituirà un modello unico di come l'energia dovrebbe essere impiegata nell'Antartide», ha affermato Alain Hubert, fondatore della Fondazione polare internazionale belga, che studia l'impatto del cambiamento climatico sulle calotte polari.

In totale isolamento, in modo da evitare possibili perdite di petrolio e altri disastri non naturali, la stazione sfrutterà l'energia elettrica prodotta dai pannelli solari presenti sul suo tetto e dalle turbine eoliche. L'acqua verrà riciclata e i rifiuti solidi verranno rimossi ogni due anni.

«Da un punto di vista ecologico è totalmente innovativa, poiché sarà praticamente "a zero emissioni"», ha spiegato il leader di progetto Johan Berte, che ritiene che la base potrebbe diventare un modello per le future stazioni nell'Antartide.

Gli scienziati della base focalizzeranno la loro ricerca sulla climatologia, sulla glaciologia e sulla microbiologia e saranno coinvolti nell'Anno polare internazionale, un'iniziativa globale cui partecipano oltre 50 000 ricercatori che studiano come il riscaldamento globale e altri fenomeni stanno cambiando le parti più fredde della Terra e come questo influisca sul resto del mondo.

L'iniziativa è la più grande del suo genere da 50 anni a oggi e riunisce gli scienziati di 63 nazioni in 228 studi per monitorare la salute delle regioni polari attraverso l'impiego di rompighiaccio, satelliti, stazioni e sottomarini.

Per ulteriori informazioni visitare:
http://www.polarfoundation.org/

Documenti di Riferimento: Sulla base di informazioni diffuse da fonti stampa
 

 
Di Admin (del 29/12/2009 @ 13:35:01, in News, linkato 2442 volte)
INVITO ALLA “OPERAZIONE VERITA’ – 2”
 
Stasera, 29 Dicembre 2009 alle ore 21 presso la Sala Convegni della II Circoscrizione (Via San Francesco) terremo la "Operazione Verità 2" relativamente alla questione della Riconversione SADAM.
Durante la serata, saranno commentate varie dichiarazioni pubbliche di politici locali e dirigenti del Gruppo Maccaferri, riguardo la questione della Riconversione dello Zuccherificio Sadam di Jesi.
Tramite documentazione ufficiale e scientifica, cercheremo di discutere con tutta la cittadinanza su tali dichiarazioni, spiegando il perché talvolta le consideriamo poco condivisibili o accettabili.
 
In particolare, saranno dibattute dichiarazioni pubbliche di:
Fabiano Belcecchi - Sindaco di Jesi
Paolo Petrini - Assessore Regionale Agricoltura
Fabio Badiali – Assessore Regionale Industria , Energia e fonti rinnovabili , Lavoro
Enrico Cesaroni - Consigliere Regionale
Raimondo Cinti - Dirigente PowerCrop, Gruppo Maccaferri
 
Invitiamo le summenzionate persone a partecipare alla serata e in tale occasione saremo ben lieti di fornire loro il diritto di replica.
La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.
 
Jesi, 27 Dicembre 2009
 
Marco Gambini-Rossano
Comitato per la Tutela della Salute e dell'Ambiente della Vallesina
 
 
 
 
 
 
 
 
Di Admin (del 28/12/2009 @ 18:34:15, in News, linkato 1654 volte)

L’ Area Ricerca Formazione e Sviluppo de "I Gre delle Marche" cura gli ambiti della formazione, della ricerca e dell’innovazione in tutti gli aspetti riguardanti le politiche ambientali.

L'azione viene condotta in due direzione: politica e tecnico-operativa.

Come rappresentante dei Gruppi di Ricerca Ecologica in ogni ambito istituzionale del settore, intervengono nella definzione delle politiche della formazione e della ricerca, concertando le scelte che interessano il settore.

A livello tecnico-operativo, "I Gre delle Marche" definiscono e organizzano modelli di ricerca, formazione, orientamento, assistenza tecnica e consulenza, da utilizzare nel sistema dei servizi ad istituzione ed imprese.

 
Di Admin (del 28/12/2009 @ 14:57:42, in News, linkato 1434 volte)

Titolo : Interventi di utilizzo di energia rinnovabile ad elevato contenuto innovativo. Approvazione bando, € 200.000,00 Cap.42202904/09, €90.000,00 Cap.42202202/09.
Scadenza : mercoledì 10 febbraio 2010
Area : Ambiente e paesaggio
Struttura : Aree protette, protocollo di Kyoto, riqualificazione urbana
Contatto : Silvia Catalino
Telefono : 071-8063463
Email : silvia.catalino@regione.marche.it 
Ente : Regione Marche
Data pubblicazione : giovedì 12 novembre 2009
Tipo bando : Bandi per la concessione di finanziamenti 
Note : 
Stazione appaltante : 
Responsabile del procedimento : Ing. Raffaela Fontana 
 

Titolo : Interventi di edilizia sostenibile certificati. Approvazione bando € 100.000,00 – Cap. 42202912/2009.
Scadenza : lunedì 12 aprile 2010
Area : Ambiente e paesaggio
Struttura : Aree protette, protocollo di Kyoto, riqualificazione urbana
Contatto : Silvia Catalino
Telefono : 071-8063463
Email : silvia.catalino@regione.marche.it 
Ente : Regione Marche
Data pubblicazione : giovedì 12 novembre 2009
Tipo bando : Bando di gara per finanziamenti ad edifici
Note : 
Stazione appaltante : 
Responsabile del procedimento : Ing. Raffaela Fontana
 

dal sito della Regione Marche Giunta Regionale
via Gentile da Fabriano, 5 - 60125 Ancona - tel. 071.8061  

 
Di Admin (del 27/12/2009 @ 12:36:55, in News, linkato 2840 volte)

... Roma. Per sapere a quale classe di omologazione ambientale appartiene il vostro mezzo, dovrete consultare   la carta di circolazione o il certificato di omologazione tecnica che accompagna il vostro veicolo. La circolazione dei veicoli a due, tre o quattro ruote marchiati da questa sigla sarà infatti bandita nella capitale per arginare lo smog e ridurre le emissioni. A renderlo noto è stato un comunicato diffuso dal Comune:

Dal primo gennaio 2010  ai ciclomotori e ai motoveicoli a due, tre e quattro ruote, con motore a quattro tempi ‘euro 0′, non conformi alla direttiva 97/24/ce, sarà vietato l’ingresso e la circolazione all’interno della ztl dell’anello ferroviario.

Ci sono tuttavia delle eccezioni a questo divieto che riguardano:

i ciclomotori e i motoveicoli classificati di interesse storico-collezionistico iscritti ai registri riconosciuti dal nuovo codice della strada e quelli adibiti al trasporto di persone diversamente abili.

Questi veicoli potranno infatti circolare, insieme a quelli dei residenti all’interno della ztl dell’anello ferroviario,  ai quali sarà consentita la circolazione fino al 30 giugno 2010. Lo scopo di questa misura è duplice: diminuire l’inquinamento ambientale sulla città e incentivare i cittadini a utilizzare gli eco-incentivi del ministero dell’Ambiente per liberarsi dei veicoli troppo inquinanti e dotardi di mezzi nuovi, più ecologici, che consumano meno e producono anche meno emissioni di gas serra. Sempre nella nota, il Comune spiega i motivi del provvedimento:

Il provvedimento, a difesa della salute pubblica, dà seguito al processo di contenimento degli agenti inquinanti prodotti dal traffico veicolare, già avviato per ciclomotori e motoveicoli nel 2007 con la restrizione alla circolazione di quelli dotati di motore a due tempi ‘euro 0′. Il rispetto della misura adottata e la progressiva sostituzione dei vecchi veicoli contribuirà a ridurre sensibilmente la produzione di polveri sottili e di ossidi di azoto.

[Fonte: Repubblica]

 

 
Di Admin (del 27/12/2009 @ 07:27:12, in News, linkato 1637 volte)

 

Si amplia il panorama dei cosiddetti motori di ricerca ecologici. Oltre ad Ecosia sul web si possono trovare anche Znout, che utilizza la forza di Google e Greenseng. Tutti promettono di salvare ettari di foresta amazzonica. I meccanismi sono gli stessi: devolvere parte del ricavato a progetti in quella parte di mondo presa d'assalto quotidianamente.
Plaudiamo alle iniziative nell'attesa di verificarne la reale portata.

 
Di Admin (del 25/12/2009 @ 19:08:25, in News, linkato 1880 volte)
Non sono infatti le emissioni dei Paesi emergenti a costituire il problema. Se si vuol abbattere l'inquinamento del pianeta bisogna cominciare col farlo negli Usa, in Cina e, a seguire, in India, in Messico, in Brasile.  La Conferenza ha constatato molte cose importanti di cui occorrerà tener conto. Prima di tutto è emerso che non è all'ordine del giorno la fine della civiltà industriale basata sul carbone, che include la siderurgia, la metalmeccanica, la petrolchimica. La carbon free non è pronta. Il potere politico infatti non ha imboccato la strada del nucleare che è il modo vero per ridurre il Cot. Si è visto che la green industry è molto esile: lo costatiamo con un pizzico di ironia proprio nel momento in cui propongono una nuova generazione di biciclette con pedalata assistita, messe a punto da un italiano.
Non voglio buttarla sullo scherzo, l'argomento è troppo serio, ma occorre riconoscere che non si vive di reti digitali intelligenti, peraltro carissime, che dovrebbero sostituire tutti gli elettrocondotti, le grandi reti energetiche eccetera. Non basta che l'Enel abbia delle tecnologie per chiudere nelle miniere dismesse il Cot in eccesso. La conferenza di Copenaghen è nata ed ha sviluppato in modo abnorme le attese sulla base di una cattiva cultura. Non so ancora come finirà, ma Al Gore ha già proposto di fare un nuovo summit in Messico a metà dell'anno. Anche lì non succederà però nulla di nuovo, se non verrà rimossa la teoria della responsabilità umana global warming. Se vogliamo fare davvero qualcosa, dobbiamo compiere uno scrupoloso approfondimento scientifico del problema e smetterla di consegnarci agli apocalittici di professione. 
A Copenhagen proprio questa è mancata, e quindi è diventato insensato favorire l'arrivo di decine di migliaia di giovani da tutto il mondo. L'unico effetto che si è raggiunto è stato quello di eccitarli e di lanciarli contro la polizia, guidati dai black bloc. Le questioni da affrontare per essere risolte hanno bisogno prima di tutto di buona scienza e non del piagnisteo, per giunta talora violento, sull'ingiustizia economica. In questo quadro l'Europa deve ripensare a chi affidarsi, non può mettersi nelle maniè scoppiato uno scandalo sovranazionale. Basta leggere l'Herald Tribune di lunedì dove si ricorda che «al seguito delle rinnovabili arrivano le frodi». E si citano fra i Paesi dove sono avvenute illegalità: Italia, Spagna e Portogallo.
Lo smacco è terribile. Non si può continuare a percorrere piste sbagliate. Ci si romperebbe la testa. Chi ha posto il problema nel modo giusto è il presidente ceco Vaclav Klaus. L'Italia deve prepararsi ad una stagione di smascheramento dedelle lobby di tendenza del Cancelliere dello Scacchiere, di un maturo Principe ereditario, degli enarchi di Parigi e di Legambiente e Greenpeace a Roma. Così si crea solo frustrazione e retorica. In Italia, ad esempio, un'opinione diversa esisteva: basta vedere cosa hanno scritto liberai e ilFoglio e le analisi del centro Bruno Leoni. Ci sono poi illustri scienziati: da Antonino Zichichi a Franco Prodi, a Franco Battaglia. E anche nel mondo politico non è mancato lo scetticismo, basti pensare il presidente della Commisione Ambiente del Senato, Antonio D'Alì. Lo stesso governo è apparso fra i meno demagogici e dogmatici: penso ad alcune obiezioni che all'inizio dell'anno vennero dal ministro Prestigiacomo e dallo stesso Berlusconi. Nonostante ciò però l'Italia non ha giocato alcun ruolo. Non ha pesato. Vorrei ricordare poi che sull'eolico grande circo che è stato creato. La green economy riconosca che per il momento è largamente chimerica. Dobbiamo chiedere verifiche esterne alle analisi dell'Iccp, che ha dato vita anche a delle vere e proprie manipolazioni. Prima di Copenaghen dovevamo organizzare in Italia, a Volterra, un incontro che ponesse la questione del pianeta in modo diverso. Volevamo invitare Vaclav Klaus, uomini politici come Casini e D'Alì, numerosi grandi scienziati e tutti coloro che a livello internazionale sono scettici sul global warming. Questo convegno avrebbe dovuto contestare le basi scientifiche di Copenhagen. Purtroppo non è stato fatto. Qualcuno ha pensato che non che non ce l'avremmo fatta a mettere in discussione i presupposti scientifici del vertice sul clima. I fatti hanno dimostrato che avremmo dovuto organizzare proprio questo.
 
Da Dl, 18 dicembre 2009
 

di Carlo Ripa di Meana 

 
Di Admin (del 24/12/2009 @ 21:29:25, in News, linkato 1895 volte)

 Riceviamo da Corrado Clini, direttore generale del ministero dell’Ambiente, e volentieri pubblichiamo.

Quando nel settembre 1999 il Senato USA, all’unanimità, aveva respinto la proposta del presidente Clinton di  ratifica del Protocollo di Kyoto, e dopo che nel dicembre 2000 si era consumata la rottura tra USA e Europa in occasione della COP6 dell’Aja, la comunità internazionale avrebbe dovuto ricercare una strada diversa da quella del Protocollo per affrontare l’emergenza globale dei cambiamenti climatici: questo avrebbe dovuto essere in particolare l’obiettivo dell’Unione Europea, che aveva la leadership internazionale sui cambiamenti climatici.
Era necessario prendere atto che un trattato internazionale,  basato più su regole e apparati amministrativi che su programmi e politiche energetiche ed industriali, era difficilmente  condivisibile  dagli USA e non avrebbe avuto effetti sulla limitazione delle emissioni delle grandi economie emergenti di Cina, India, Brasile… Avendo chiaro che l’impegno “solitario” della UE per la riduzione delle emissioni, senza la partecipazione della più grande economia mondiale con i maggiori consumi energetici e le maggiori emissioni,  non avrebbe portato vantaggi ambientali.
Nel 2003 l’Italia, durante il turno di presidenza UE,  aveva invano cercato di aprire una riflessione critica sull’efficacia del Protocollo e sull’esigenza di avviare un dialogo su basi nuove con gli USA da una parte e la Cina dall’altra.
Ma la UE ha voluto insistere, ha convinto la Russia nel 2004 a ratificare il Protocollo sulla base di un trade  offche non aveva nulla a che vedere con la protezione dell’ambiente, e finalmente nel 2005 ha potuto celebrare l’entrata in vigore del Protocollo 8 anni dopo l’accordo di Kyoto: senza considerare che tra il 1997 e il 2005 l’economia mondiale era cambiata, le emissioni continuavano a crescere in USA, in Cina e  negli altri  paesi emergenti che erano e sono fuori dagli impegni del Protocollo.  
Nel 2007,  il IV Rapporto sul Clima  del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici e il World Energy Outlook dell’Agenzia Internazionale dell’Energia avevano definitivamente chiarito il ruolo marginale del Protocollo di Kyoto: mentre veniva indicato l’obiettivo di una riduzione delle emissioni globali di almeno il 50% entro i prossimi 30 anni per limitare l’aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, nello stesso tempo veniva rilevato che il crescente consumo di combustibili fossili nelle grandi economie dell’Asia e del Sud America, e negli USA, stava  trascinano le emissioni globali di CO2 verso un aumento di circa il 60%  entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990: ovvero l’obiettivo pur limitato del Protocollo (- 5% ) era fallito.
Nello stesso anno, a Bali, la Conferenza sui Cambiamenti Climatici aveva stabilito una road map per arrivare,  nel dicembre 2009 a Copenaghen,  alla approvazione di un nuovo trattato per superare il Protocollo di Kyoto e coinvolgere finalmente USA, Cina e le altre economie emergenti in un impegno comune per la protezione del clima. Tuttavia, nonostante il suo evidente fallimento, in due anni di negoziato il modello del Protocollo di Kyoto è rimasto il riferimento principale per i negoziatori e in molti hanno pensato che Copenaghen si sarebbe conclusa con un “Kyoto 2”.
Eppure  le riunioni dello scorso luglio all’Aquila del G8 e del gruppo delle 18 maggiori economie (Major Economies Forum- MEF)  avevano dato un messaggio chiaro.
Se era stato condiviso da tutti   l’obiettivo di  ridurre entro la metà del secolo le emissioni globali di anidride carbonica in modo da limitare l’aumento della temperatura entro 2 gradi,  era stato anche  messo in evidenza che era necessario  cambiare la ricetta del Protocollo di Kyoto: la modifica del sistema energetico mondiale necessaria per ridurre le emissioni  deve essere sostenute da  misure  per  la diffusione e lo sviluppo delle  tecnologie a basso contenuto di carbonio nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo,  da  meccanismi finanziari a supporto delle trasformazioni tecnologiche delle economie emergenti e della protezione dei paesi più poveri dagli effetti dei cambiamenti climatici, da nuove regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio  per il superamento delle barriere tariffarie alla diffusione  delle tecnologie a basse emissioni, da garanzie  internazionali per evitare che gli impegni di riduzione delle emissioni in alcuni paesi  provochino vantaggi distorsivi a favore di altri.
Un “pacchetto” complesso di problematiche e interessi che solo in parte era stato preso in considerazione nell’ambito del negoziato internazionale guidato dal segretariato delle Nazioni Unite e dalla Danimarca, e che certamente richiede risposte diverse dalla semplice definizione di obiettivi legali di riduzione delle emissioni come fu per il Protocollo di Kyoto nel 1997.
E i molti problemi ancora aperti avevano fatto dire a metà novembre  al presidente USA Barack Obama e al presidente cinese Hu Jintao che sarebbe stato impossibile raggiungere a Copenaghen un accordo tra tutti i paesi in grado di sostituire il Protocollo di Kyoto.
In altre parole USA e Cina avevano segnalato l’esigenza di proseguire ed approfondire il negoziato sui molti temi ancora aperti.
Purtroppo la Danimarca e le Nazioni Unite  non hanno capito il messaggio: invece di dedicare le ultime settimane di preparazione di Copenaghen alla definizione di un’agenda per proseguire il negoziato nel 2010, hanno sostenuto l’elaborazione di proposte confuse e complesse con l’ambizione di trovare una base comune per un accordo impossibile. E la UE ha  di fatto assecondato questo approccio,  avendo in mente la possibilità di  rivitalizzare almeno il Protocollo di Kyoto per i prossimi anni in attesa di un accordo globale.
Il Presidente Lula, intervenendo a Copenaghen, ha detto di non avere mai partecipato ad una riunione internazionale di alto livello così inconcludente e lontana dai problemi reali. Mentre Canada, Russia e Giappone hanno chiarito di non avere alcuna disponibilità a proseguire con il Protocollo di Kyoto, ma di volere un nuovo trattato che impegni tutti i paesi e non solo una parte.
E, da parte loro, Barack Obama per gli USA e Wen Jabao per la Cina, hanno ribadito le rispettive posizioni e condizioni.
Il risultato finale è una modesta dichiarazione, senza impegni e soprattutto senza un’agenda per i prossimi mesi. E’ evidente la crisi della leadership delle Nazioni Unite. Mentre l’Europa è rimasta soprattutto concentrata  su stessa e sulle sue regole, quasi aspettando  che il resto del mondo si allineasse  al nostro modello e al nostro esempio. E in questa situazione è emersa la leadership del G2 “di fatto”.
Forse Copenaghen segnerà un passaggio positivo, se l’Europa avrà la lucidità e la forza di avviare  una riflessione critica interna per uscire dalle rigidità del modello “unico” di comando e controllo che è alla base del Protocollo di Kyoto. L’Europa può ripartire dall’Aquila, attraverso  una iniziativa internazionale focalizzata su obiettivi e programmi concreti per cercare di  rispondere alle molte proposte e domande emerse dal G8 e dal MEF.
Invece di concentrarsi su complesse architetture legali  e sulla costruzione di una nuova burocrazia internazionale dei cambiamenti climatici, l’Europa dovrebbe dedicarsi alla promozione di progetti internazionali per affrontare la sfida tecnologica globale valorizzando tutte le potenzialità della nostra grande economia integrata che ha già raggiunto livelli significativi di efficienza e innovazione, e per “testare” le possibili opzioni di regole e misure necessarie a costruire una nuova economia globale “decarbonizzata” in grado allo stesso tempo di sostenere la crescita e dimezzare le emissioni entro la metà del secolo.
In questa prospettiva i  piani di azione globale per lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie a basso contenuto di carbonio (Bioenergie, Cattura e Stoccaggio del Carbonio, Energia Solare, Reti Intelligenti, Efficienza Energetica, Auto a Basse Emissioni), elaborati dal Major Economies Forum, possono rappresentare il quadro di riferimento e l’occasione per la nuova iniziativa dell’Europa dopo Copenaghen. 

http://www.chicago-blog.it

 

 
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<
la lupa Selana

Guardate chi è passato davanti alla telecamera… è Selana, la lupa a cui tre settimane fa è stato applicato il collare satellitare. Si è subito ricongiunta al suo nucleo famigliare!!

Posted by Parco Nazionale dei Monti Sibillini on Venerdì 15 gennaio 2016
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 Praticamente la Canapa è entrata nella mia dieta; specialmente i semi di Canapa decorticati
 

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