L’iniziativa, collegata all’opera teatrale di Samuel Beckett quanto meno dalla curiosa assonanza e dalla circostanza temporale dell’attesa possiede, in realtà, molti più spunti di comunanza di quanti non se ne potrebbero supporre.
Spunti che ci piacerebbe trattare nel corso dell’iniziativa stessa che, auspichiamo, vi troverà d’accordo nell’opportunità di realizzare.
Cosa sia Expo Milano 2015 è cosa più che nota ma alcune considerazioni faremo ugualmente, soprattutto, soffermandoci sul titolo che è, a dir poco, sorprendente per la forma apparentemente sovversiva ma con una carica restauratrice e, quindi, rivoluzionaria: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
Sovversiva perché, da che mondo è mondo, si è sempre detto – perché così era – che fosse il Pianeta a nutrire tutti gli esseri viventi che vi vivevano. Tra questi, ovviamente, anche l’Uomo.
Proprio quest’ultimo, però, ha esagerato nel sottrarre risorse al Pianeta, che pure è in grado di rigenerarle ma entro una certa misura, creando le pre-condizioni per dover correre ai ripari, appunto, avvertendo la necessità di nutrire la Terra.
Restauratrice e rivoluzionaria perché, in questo modo si cerca di ri-creare le condizioni che possano consentire al Pianeta di continuare a nutrire tutti.
È – finalmente – la corretta interpretazione di quel Do ut des spesso frainteso e riportato all’originario: do affinché tu possa dare Expo Milano 2015, quindi è un appuntamento importantissimo che speriamo sortisca l’effetto desiderato che, in questo caso, è anche indispensabile.
Certo che lo spazio dato alle multinazionali del cibo, responsabili in prima persona dello sfruttamento intensivo delle risorse del Pianeta, suolo e acqua principalmente ma anche aria, dato il carico insostenibile di CO2 immesso in atmosfera dalle pratiche rispondenti – forse – alle leggi dell’economia ma, sicuramente, non a quelle dell’ecologia.
A ciò aggiungiamo anche la massiva sottrazione di esseri viventi dai nostri mari, l’impoverimento dei terreni sfruttati da coltivazioni intensive e il contestuale avvelenamento degli stessi con pesticidi e fitofarmaci che – fatalmente – se non finiscono nell’organismo dei consumatori avvelenano le falde acquifere.
Ecco perché è importante l’Expo 2015; per ciò che realmente potrà fare dando impulso alle attività di riparazione e, anche, perché offre l’occasione per riflettere sul nostro vecchio modello di sviluppo che, divenuto insostenibile chiede, assolutamente, un suo ripensamento.
Nella nostra azione, spesso affiancati da altre associazioni come in questo caso Confluenze e Gruppi di Ricerca Ecologica delle Marche, abbiamo messo a punto alcuni prodotti utili allo scopo, quanto meno su un piano di impegno che porti a maggiori riflessioni sul piano della collettività in modo che si possa, in qualche modo, cercare di influire sulle scelte dell’industria che, è bene ricordarlo, non inventa mai prodotti attraverso i quali mutare le abitudini dei consumatori ma, al contrario, basandosi sull’analisi del comportamento di questi ultimi, crea soluzioni che si ritiene possano essere facilmente vendute.
Servono, però, consumatori consapevoli come noi vorremmo tentare di esserlo.
Per fare ciò, avremmo pensato di allestire una serie di appuntamenti gastronomici in cui presenteremmo l’Italia attraverso una carrellata di pietanze regionali.
Dulcis in fundo, quasi fosse il dessert, verranno illustrate le portate servite, spiegate anche attraverso aneddoti e riferimenti culturali con le regioni di origine e le vicissitudini storiche che spesso hanno dato vita alla cucina regionale italiana.
Non è un caso infatti che le regioni di confine presentino una maggiore varietà di interpretazioni delle medesime materie prime, grazie a quelle che possiamo chiamare benefiche contaminazioni.
Un bel momento fatto di convivialità, anche culturale, che soddisfi anche la curiosità intellettuale. Un’operazione che svolgiamo, ovviamente, in misura minore di quella alimentare ma che sappiamo essere, comunque, molto importante.