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La rigenerazione del bene comune
Di Admin (del 19/06/2021 @ 16:59:09, in Libri, linkato 1274 volte)

La rigenerazione del bene comune

Una visione ecologica di governo

di Giannozzo Pucci

Se l'ambientalismo ha molti figli di convenienza, un vero padre nobile dell'ecologia nel nostro Paese è l'amico Giannozzo Pucci, che ha sempre sentito il problema della degradazione della natura come resa al funzionalismo nichilistico della società industriale, veicolando in Italia il pensiero di Edward Goldsmith, Ivan Illich, Masanobu Fukuoka, Wendell Berry, nell'asfittico panorama culturale egemonizzato dalla ideologia del progresso e dello scientismo.

Dopo un lungo lasso di tempo trova ora i motivi per intervenire nuovamente nel dibattito delle idee con questo agile libro (edito da LEF) che invita ognuno a non piegarsi all'individualismo risentito, ma in controtendenza si possa ricostruire un contesto comunitario e sussidiario (partendo dalla reciprocità della famiglia naturale, quindi i rioni e le frazioni) per fare del nostro Paese la punta avanzata della rivoluzione ecologica, capace cioè di conservare l’essenziale.

Una rete olistica di liberazione nazionale capace di applicare l’ecologia integrale nella nostra casa, nel nostro vicinato, nel territorio circostante, perché è il modo più concreto che abbiamo per prenderci direttamente cura dell'universale, di dimorare nell'Essere, di coniugare la consapevolezza interiore con il senso del limite di tutto ciò che è compiuto e quindi sovrano.

L’inquinamento delle acque, dell’aria e della terra, il cambiamento climatico sono effetti dell’economicismo e della privatizzazione di beni comuni essenziali, che i poteri pubblici non hanno potuto o voluto custodire e proteggere. Non basta più smettere di inquinare, occorre rigenerare, ritornare al principio della stessa manifestazione sacrale del vivente.

E nella natura è in gioco la difesa della realtà, dei limiti, rifiutando ogni delirio titanico di onnipotenza, ogni pretesa del soggetto di farsi assoluto e mutante, come Proteo.

Si tratta di scoprire l’anima comune, in forza della quale superare l'emiplegia del pensiero unico dominante che coinvolge la messinscena simmetrica di una destra e di una sinistra distinte nell’apparenza declamatoria, ma univoche nella pratica tecnocratica del potere, perché non ci sono posti che non sono sacri; ci sono solo luoghi sacri e luoghi profanati. (Eduardo Zarelli)